Benvenuti a quest’ incontro che sfida la coda gelida dell’inverno.
Per quanto riguarda la causa di beatificazione ho saputo da P.Carlo Calloni, postulatore generale dei Frati Minori Cappuccini, che il Summarium del Miracolo è stato consegnato ai due medici ab inspectione – evviva- e siamo in attesa del responso che,preghiamo e speriamo positivo, ci consentirà poi, di presentare tutta la documentazione alla consulta medica!! Vi terremo aggiornati.
Siamo sempre agli inizi della fondazione del monastero ma quasi al termine della vita della venerabile che ha 72 anni. Siamo nel 1536 e a Napoli soggiorna nientepopodimeno che l’Imperatore Carlo V sul cui impero, secondo le sue stesse parole, non tramonta mai il sole, per indicarne la vastità dall’una all’altra parte del mondo. Ha fatto dei donativi importanti all’ospedale Incurabili, forse ha incontrato Madama Longa , mentre invece san Gaetano, con grande sdegno, non ha voluto nemmeno affacciarsi alla finestra di santa Maria della Stalletta, per salutare l’imperatore del mondo, preferendo rimanere a pregare davanti al Crocifisso, unico re dell’ universo. Di sicuro Carlo d’Asburgo ascolta, in questi giorni, in san Giovanni Maggiore, quaggiù a Mezzocannone le prediche di fra Bernardino Ochino, generale dei frati cappuccini, che, quando predicava, faceva piangere di commozione anche le pietre. Ma è anche l’anno in cui Agostino Gonzaga scriveva a Isabella d’Este: “Per quanto ho inteso dire, Vittoria Colonna ritorna nel regno ( di Napoli) e disegna di sequestrarsi dal mondo e mettersi in un certo monastero, eretto per una Signora Longo, donna di santissima vita”. Per un pelo non abbiamo nel libro delle professioni il nome della più celebre poetessa d’ Italia del 500.
Ma ritorniamo al nostro breve.
“Diletta figlia in cristo Maria Laurentia Longa, donna catalana, come ti scrive sempre papa Paolo III,nelle sue bolle e nei suoi documenti, anche in questo breve del 20 aprile del 1536, inviandoti salute e apostolica benedizione. Ma cosa è successo perché sia necessario un nuovo documento dopo appena un anno dalla fondazione del monastero, eretto sotto l’invocazione di santa Maria in Gerusalemme, presso l’ospedale dei poveri malati incurabili, santa Maria del Popolo napoletano??
Hai dato l’avvio alla fondazione insieme a 12 monache, che professano i tre voti regolari, in quel luogo da te designato, già da allora iniziato a costruire in perpetua clausura, sotto la protezione della sede apostolica e la cura di un confessore secolare o regolare, per celebrare le messe, ascoltare le vostre confessioni e amministrare i sacramenti. Hai fatto la vestizione e professione senza fare l’anno di noviziato, sei stata eletta madre e superiora a vita direttamente dal papa, per reggere e governare questo monastero e hai ottenuto anche di designare la tua successora. Infine il papa ha permesso che l’ospedale al quale hai lasciato tutti i beni possa aiutarti e sostenere te e le tue dodici sorelle senza nessun pregiudizio, ma anche senza che questo numero possa aumentare.
E allora come si direbbe a Napoli, ch te manc??
Ce lo dice il papa stesso, richiamando una petizione che gli hai fatto avere recentemente e che racconta qualcosa di assolutamente imprevedibile. La tua nuova sororità, che vuole vivere sotto la stretta regola di santa Chiara, accetta candidate senza dote e naturalmente, sparsasi tale voce, ha attirato tante ragazze che “mosse dallo zelo della devozione e della vita religiosa” come scrive lo stesso papa, “desiderano servire l’Altissimo insieme a te nel monastero che sarà costruito da te”. Hai tante vocazioni all’improvviso, diremmo noi oggi, ma non hai né il posto e soprattutto il permesso giuridico per poterle accettare.
Ti immagino ebbra di gioia ma anche piena di trepidazione, a lume di candela, dopo una giornata faticosa ma intensa, a scrivere o a dettare una richiesta al papa Farnese, al quale comunichi la fioritura meravigliosa di giovani donne, povere e ricche, che vogliono seguirti in questa avventura evangelica, illuminata dall’ esperienza di Chiara Coleta e tua. Immagino con quanta trepidazione tu chieda di trasferirti in nuovi locali, perché questi attuali si sono dimostrati non essere sufficienti perché sono molte, le ragazze, ma soprattutto di poter allargare il numero delle sorelle, ben sapendo che non sarà facile ottenere il permesso. Sicuramente hai scritto al principio dell’ anno e il papa ti risponde a primavera inoltrata, dicendo che sì, puoi pensare a trasferirti in un altro monastero da te designato e che nonostante nelle precedenti bolle il numero fosse fissato a 12, e sì, lui te lo aumenta a 33. A 33!!!Lo hai chiesto tu o lo ha fissato lui?? non lo sapremo mai. Certo è che 33 è il numero degli anni di Cristo! Numero fortemente simbolico e potente! Naturalmente niente è facile, sicuramente Palmieri lavorava a tuo favore, perché si è trovato che la minuta di questo Breve, nell’ Archivio Segreto Vaticano; Arm. 41, vol. 2, f. 310 (dove ci sono tutti i documenti di Paolo III), è piena di cancellature ed è postillato con un non posse concedi ( non è possibile che sia concesso) E invece lui,il Papa, te lo ha concesso, ed è con quel numero che siamo state conosciute nei secoli in questi vicoli: “E mmonac de Trentatrè , ‘e sepolte vive!”
Da questo 30 aprile 1536, nei documenti papali, nelle storie e nei racconti dei diaristi e dei cronisti, noi saremo sempre le moniales nuncupatur vulgariter 33 (triginta tribus) cappuccinarum, e cioè le monache dette nella lingua del popolo 33 cappuccine,
Oh!Sempre una piccola cosa rispetto ai grandi numeri dei fastosi monasteri di Napoli come S.Chiara, san Gregorio Armeno, la ss.Trinità, Santa Patrizia, Regina Coeli, sant’Andrea delle Dame, quello di Donna Regina, solo per citarne qualcuno, che accoglievano monache nell’ordine delle centinaia.
Ma questo piccolo resto di 33 seguaci di Gesù Cristo, terrà duro e scavalcherà i secoli fino ad oggi, sopravvivendo ai predetti e
popolati monasteri, sognando di ripetere ancora il miracolo del 1536, passando da 12 a 33 nel giro di qualche mese!
Madre nostra amata venerabile Maria Lorenza Longo oggi come allora pensaci tu! Amen!