P. Pietro Messa, ofm

Gesù afferma: “Vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga” (Gv 15,11): in questo modo ha rivelato che il Signore non solo ama la vita ma vuole che si diffonda. Facendosi portatore di tale annuncio papa Francesco ha esortato a vivere “una castità ‘feconda’, una castità che genera figli spirituali nella Chiesa […] è importante questa maternità della vita consacrata, questa fecondità! Questa gioia della fecondità spirituale animi la vostra esistenza; siate madri, come figura di Maria Madre e della Chiesa Madre. Non si può capire Maria senza la sua maternità, non si può capire la Chiesa senza la sua maternità e voi siete icona di Maria e della Chiesa”.

Secoli prima san Girolamo scrivendo alla discepola Eustochio dopo averla richiamata dalle discriminazioni afferma: “Suscitate invece nuove vocazioni! È un onore per le vergini aver attirato altre compagne alla loro vita”.

Tale fecondità spirituale la si può ammirare nella venerabile Maria Lorenza Longo (1462 circa – 1539): infatti tale donna rimasta vedova fondò l’Ospedale degli Incurabili a Napoli per poi ritirarsi a vita contemplativa. In questo modo non solo fondò il Monastero delle Clarisse Cappuccine ma diede anche inizio a un processo di fecondità vocazionale tanto che oggi monasteri che si rifanno al suo carisma sono diffusi in tutto il mondo.

Diverse donne sull’esempio di Francesco d’Assisi prestarono attenzione agli ultimi (cfr. Francesco misericordioso. La sfida della fraternità. Milano 2018) ma non poche di esse passarono poi a una vita esclusivamente contemplativa, come avvenne ad esempio per Agnese di Boemia, Margherita di Cortona e appunto Maria Lorenza Longo.

27 novembre 2020