Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.

PRIMA LETTURA: Lv 19,1-2.11-18

Giudica il tuo prossimo con giustizia.

SALMO: (Sal 18)

Le tue parole, Signore, sono spirito e vita.

«In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.

Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.

Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.

Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.

Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.

E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

Mt 25,31-46

Oggi, ci viene ricordato il giudizio finale, «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria e tutti gli angeli con Lui» (Mt 25,31), e ci rimarca che dare da mangiare, bere, vestire… diventano opere d’amore per un cristiano, quando, al realizzarle, si sa scorgere in esse lo stesso Cristo.

Questo brano è molto drammatico, è un brano splendido, unico, si trova solo in Matteo e ci offre la sintesi di tutta la sua teologia. Il giudizio di Dio sulla storia, il giudizio di Dio futuro, dipende da quello che faccio ora verso il più piccolo dei fratelli. Il centro del brano non è: “Venite, benedetti del Padre mio” o “Via, lontano da me, maledetti”.

Il centro del brano è: “Quando mai ti abbiamo visto?” E Gesù spiega: “Ogni volta che l’avete fatto ad uno di questi più piccoli, l’avete fatto a me”. Quindi il brano è un richiamo perché noi oggi riconosciamo nel più piccolo fra tutti il Signore, e questo è il centro della fede cristiana e dell’azione, della prassi del cristiano. Nel prossimo capitolo Gesù sarà affamato, assetato in croce, nudo, legato, ultimo di tutti.

Si è fatto così per noi e nella storia si identifica sempre con l’ultimo, con quelli che sopportano il male del mondo. E allora noi troveremo sempre il Cristo, il Nostro Signore, il nostro Re, nell’ultimo degli uomini e ciò che facciamo all’ultimo è fatto a Lui. Tra l’altro oggi riusciamo a capire che, se noi vogliamo salvare l’uomo, basta avere attenzione verso l’ultimo: allora è salvata davvero l’umanità dell’uomo, vuol dire cambiare logica, vuol dire uscire dalla logica che crea gli ultimi—alla fine siamo tutti ultimi—uscire dalla logica della violenza ed entrare nella logica dell’accoglienza.

Vuol dire cambiare vita, fare una vita invece che destinata alla morte, alla prepotenza, all’ingiustizia, una vita destinata alla vita, all’amore, alla giustizia. E allora Gesù ci scopre il giudizio futuro per dirci come agire con giudizio ora.