Lo Spirito della verità darà testimonianza di me.

PRIMA LETTURA: At 16,11-15

Il Signore aprì il cuore a Lidia per aderire alle parole di Paolo.

SALMO: (Sal 149)

Il Signore ama il suo popolo.

Oppure:

Alleluia, alleluia, alleluia.

«In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:

«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.

Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto».

Gv 15,26-16,4a

Oggi, nel Vangelo Gesù annuncia e promette la venuta dello Spirito Santo: «Ma quando verrà il Paraclito, (…) che procede dal Padre mio, egli testimonierà di me» (Gv 15,26). “Paráclito” significa letteralmente “colui che è chiamato vicino a uno”, e di solito viene tradotto come “Consolatore”. Così, Gesù ci ricorda della bontà di Dio, perché pur essendo lo Spirito Santo l’amore di Dio, Egli infonde nei nostri cuori la pace, la serenità nelle avversità e la gioia per le cose di Dio. Egli ci fa guardare verso l’alto e unirci a Dio.

Inoltre Gesù dice agli apostoli: «E anche voi mi renderete testimonianza» (Gv 15,27).

È inevitabile che ci siano periodi bui nei quali sentiamo pesare su di noi il carico della paura. Se siamo sotto pressione nulla di più facile cadere nello scoraggiamento avvertire una profonda solitudine. Gesù però rassicura che soprattutto in quei momenti Lui è presente mediante lo Spirito. Il Paràclito è Colui che è «chiamato a stare accanto» come un avvocato difensore che ci sostiene nella difesa contro le accuse ingiuste che vengono mosse. A volte, quasi senza accorgercene siamo chiamati in causa o coinvolti in un clima che tende ad alimentare la polemica, il sospetto, la contrapposizione, la lotta ideologica.

Si possono condurre battaglie che solo in apparenza mirano a difendere principi sacrosanti e verità intangibili ma che poi si trasformano in attacchi personali, in processi sommari. Lo scandalo si consuma quando stiamo al gioco di chi punta a individuare il nemico di turno e concentrare su di lui la carica di livore e rabbia che cova nel cuore delle persone, soprattutto in tempo di crisi. Le parole di Gesù non alludono solamente alla condizione dei primi cristiani perseguitati, ma pure a chi, anche oggi, deve mantenere vigile la sua attenzione per non piombare nel vortice del pettegolezzo, dei giochi di potere, delle ingiustizie mascherate da favori, della ipocrisia, dell’opportunismo. La testimonianza del Paràclito rende presente Gesù.

Quando amiamo i nostri nemici, quando preghiamo per gli avversari invece di attaccarli, quando speriamo per loro la conversione piuttosto che covare il rancore, quando relativizziamo il male ricevuto invece di fissarci nevroticamente, lo Spirito della verità testimonia, cioè rende visibile e presente la luce di Cristo nelle tenebre di un mondo corrotto. La testimonianza non è ostentazione della verità o del bene ma è la manifestazione, spesso inconsapevole, della santità di Dio. Lo Spirito Santo è il sapore che ci fa essere «sale della terra» ed è il fulgore che promana dalla «luce del mondo».

Per dare testimonianza è necessario:

1º Avere comunione ed intimità con Gesù. Ciò deriva dal rapporto quotidiano con Lui: la lettura del Vangelo, ascoltare le Sue parole, conoscere quello che Gesù ci insegna, frequentare i sacramenti, essere in comunione con la Chiesa, imitare il suo esempio, osservare i comandamenti, vederlo nei santi, riconoscerlo nei nostri fratelli, avere il suo spirito e amarlo. Si tratta di avere una esperienza personale e viva di Gesù.

2º La nostra testimonianza è credibile se appare nelle nostre opere. Un testimone non è soltanto una persona che sa che qualcosa è vero, ma è anche disposta a dirlo e viverlo. Ciò che noi sperimentiamo e viviamo nella nostra anima deve passare all’esterno. Siamo testimoni di Gesù non solo se conosciamo i suoi insegnamenti, ma anche se facciamo —e soprattutto— quando vogliamo che altri conoscano e lo amino. Come dice il proverbio: «Le parole muovono, gli esempi trascinano».

Papa Francisco ci disse: «Apprezzo «Ringrazio per il bell’esempio che mi danno tanti cristiani che offrono la loro vita e il loro tempo con gioia. Questa testimonianza mi fa tanto bene e mi sostiene nella mia personale aspirazione a superare l’egoismo per spendermi di più”». E poi aggiunse: «desidero chiedere specialmente una testimonianza di comunione fraterna che diventi attraente e luminosa”. Quello è sempre una luce che attrae.