Credo, Signore; aiuta la mia incredulità.
PRIMA LETTURA: Sir 1,1-10 (NV) [gr. 1,1-10ab]
Prima d’ogni cosa fu creata la sapienza.
SALMO: (Sal 92)
Il Signore regna, si riveste di maestà.
Oppure:
Venga, Signore, il tuo regno di grazia.
E subito tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. Ed egli li interrogò: «Di che cosa discutete con loro?». E dalla folla uno gli rispose: «Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto. Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». Egli allora disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me». E glielo portarono.
Alla vista di Gesù, subito lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava schiumando. Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli rispose: «Dall’infanzia; anzi, spesso lo ha buttato anche nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci». Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede». Il padre del fanciullo rispose subito ad alta voce: «Credo; aiuta la mia incredulità!».
Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito impuro dicendogli: «Spirito muto e sordo, io ti ordino, esci da lui e non vi rientrare più». Gridando, e scuotendolo fortemente, uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: «È morto». Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare ed egli stette in piedi.
Entrato in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli disse loro: «Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera».
Mc 9,14-29
Oggi, contempliamo il Signore richiesto dalla gente («accorsero a salutarlo») e, allo stesso tempo, Lui, interessandosi per le persone, sensibile ai loro bisogni. In primo luogo, quando sospetta che qualcosa succede, si preoccupa per il problema.
Interviene uno dei protagonisti, cioè, il padre di un ragazzo che è posseduto da uno spirito maligno: «Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto. Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce» (Mc 9,17-18).
È terribile il male che può arrivare a fare il Diavolo! una creatura senza carità. Signore, dobbiamo pregare! «Liberaci dal male». Non si capisce come sia possibile che ai nostri giorni, delle persone dicano che il Diavolo non esiste o altre che gli rendono qualche forma di culto… È assurdo! Dobbiamo ricavare una lezione da tutto questo: non si può scherzare con il fuoco!
«Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti» (Mc 9,18). Quando Gesù sente queste parole, prova un dispiacere. Se ne addolora, soprattutto, per la mancanza di fede… Manca la fede perché devono `pregare di più´ «Questa specie di demoni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera» (Mc 9,29).
“Tutto è possibile per chi crede”: i discepoli non riescono a fare il miracolo perché la loro fede è fiacca è incerta, e perché mancano di preghiera, che è il segno della fede, ovvero della comunione con la forza divina. Nella fede è Dio stesso che infallibilmente agisce. La mancanza di fede è impotenza ed è l’unica cosa che va contro Gesù. D’altra parte, è sempre difficile avere fede forte; per questo è bene chiedere l’aiuto di Dio, come fa il padre del ragazzo indemoniato: “credo: aiutami nella mia incredulità”.
I discepoli di Cristo devono affidarsi sempre più alla Sua forza che sola libera da ogni male. La liturgia della Parola di Dio ci porta a paragonare il nostro mondo a questo ragazzo posseduto dallo spirito maligno. La vera risposta della guarigione scaturisca solo dalle parole del nostro Signore Gesù Cristo. È lui che è l’Autore della creazione e della redenzione.
Cristo con la sua parola cura, sana l’umanità incredula e peccatrice. Egli è a tu per tu con la malattia del ragazzo, sta di fronte alla debolezza umana, all’incapacità, l’impotenza dell’uomo. La forza di Cristo è la parola ma anche la preghiera. Il mondo odierno ha bisogno di un grande aiuto, di un grande sostegno spirituale, perché è sempre più immerso nella violenza, nella guerra, nel fuoco.
Il Signore ci ha detto che siamo il sale della terra e la luce del mondo, dobbiamo dunque strapparlo dalla follia, dalle convulsioni. Come? Ci sentiamo così incapaci, così impotenti… Ma Gesù ci ha indicato i mezzi: la fede e la preghiera. Bisogna credere veramente, allora si può fare qualcosa anche nelle circostanze più difficili. E con la fede si può pregare in modo efficace.
È importante sottolineare anche la forza di trasformazione del padre. Nel brano di oggi, in contrapposizione agli scribi di Israele, che appaiono aggrappati alle loro sicurezze religiose e sociali, incontriamo questo padre che impara ad amare – credere ascoltando Gesù e mettendo la sua forza più profonda: fede e dedizione al servizio del figlio disabile.
È grande la fede di questo padre giudeo, che spezza il cerchio delle autorità normative del suo popolo e si prostra ai piedi di Gesù ottenendo così la guarigione del figlio. E la giaculatoria per la giornata di oggi: Credo; aiuta la mia incredulità!
La preghiera è il dialogo “intimista” con Dio. Giovanni Paolo II ha affermato che «la preghiera implica sempre una specie di “ricettacolo” con Cristo in Dio». Solamente un simile nascondiglio agisce lo Spirito Santo. In un ambiente intimo di ricettacolo si pratica l’assiduità amichevole con Gesù; partendo dalla quale, prende origine lo sviluppo della fiducia in Lui, cioè, l’aumento della fede.
Questa fede, però, che muove montagne ed espulsa gli spiriti maligni «tutto è possibile per chi crede!» è soprattutto un dono di Dio. La nostra preghiera, in ogni caso, ci predispone a ricevere il dono. Questo dono, però, dobbiamo chiederlo con insistenza: «Credo; aiuta la mia incredulità!» (Mc 9,24). La risposta di Cristo non si farà supplicare!