Quanti lo toccavano venivano salvati.
PRIMA LETTURA: Gen 1,1-19
Dio disse, e così avvenne.
SALMO (SAL 103)
Gioisca il Signore per tutte le sue creature.
“In quel tempo,
Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a
Gennèsaret e approdarono.
Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella
regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che
egli si trovasse.
E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle
piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e
quanti lo toccavano venivano salvati.”
Tanti miracoli, e tante persone che li chiedono: due realtà che si confrontano, due mondi che si incontrano. Possiamo però porci la domanda: cosa cercano le persone da questo incontro? Che tipo di guarigione? Chi troveranno, chi veramente cercano? Che cognizione hanno di Lui? Cosa lega, in definitiva Gesù con gli uomini che lo cercano?
L’opera di salvezza e di guarigione di Gesù mette l’uomo di fronte a se stesso, in rapporto a Dio ed alla fede. Da un lato la questione pone l’uomo a diretto contatto con Gesù e cosa ci si aspetti realmente da Lui. Dall’altro è importante anche valutare quali sono le motivazione reali che spingono gli uomini a tale incontro.
Gesù, compiendo questi miracoli conosce veramente la realtà che lo circonda; ciò non lo disimpegna al servizio.
Noi potremmo dire, che alla luce della sua solitudine sulla Croce, non era forse una vera fede quella che spingeva tanta gente. Probabilmente vi è l’affanno di vita di dolore e solitudine che non riesce a trovare soluzioni convincenti. Gesù non giudica, sa perfettamente che le strade della salvezza sono talvolta difficili e che segnano un cammino ed una crescita spirituale e di maturazione personale.
Il Vangelo di oggi è anche occasione per una verifica: cosa mi aspetto dall’incontro con il Signore?
Gesù ci insegna che il bene si compie solo per compiere il Bene, senza scusanti che ci possono distrarre.