Lo sposo è con loro.
PRIMA LETTURA: 1Sam 15,16-23
L’obbedire è meglio del sacrificio. Perché hai rigettato la parola del Signore, egli ti ha rigettato come re.
SALMO: (Sal 49)
A chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio.
Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno.
Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!».
Mc 2,18-22
Per far capire bene i desideri del Padre, Gesù rinnova anche questa pratica del digiuno, togliendo la scorza di apparenza e offrendo sé stesso come olocausto, per farci capire che non c’è amore più grande di quello che Lui e il Padre hanno per noi.
Il senso di mettere vino nuovo in otri vecchi è questo, non si può continuare a vivere un vecchio senso di sacrificio dopo che Gesù è venuto a sacrificare persino sé stesso per darci la possibilità di salvarci, e non potremo farlo se non facciamo vivere in noi Gesù Cristo.
Gesù con la sua risposta fa capire loro che i suoi discepoli, sono talmente legati a lui, da essere come invitati a nozze in presenza dello sposo e che pertanto, non hanno motivo di digiunare, perché sono in simbiosi con lui, potranno farlo, quando resteranno da soli, perché attraverso la pratica del digiuno potranno unirsi al sacrificio di Cristo.
Questa pagina ci porta un Gesù che viene a rivoluzionare tutte le cose come al suo solito e ci fa capire che con il nuovo, viene non per contrastare il vecchio, ma per renderlo migliore, più completo e comprensibile.
Cerca piano piano di farci entrare nel nuovo olocausto, in quello che sarà il suo, agnello sacrificato per la nostra salvezza e, per farlo, comincia con il farci capire che i discepoli di Giovanni, che fanno parte di tutto quello che riguarda il periodo precedente alla sua venuta, hanno ragione di digiunare, ma che con la sua venuta, le cose cambiano, e chi è con lui deve cominciare a ragionare diversamente.
Il digiuno non è però una pratica superata e fuori moda, ma un atto conscio e consapevole di partecipazione alla grazia di Dio di essere suoi figli, che per mettersi in comunione con Gesù, con la sua Chiesa e i fratelli, scelgono di perdere qualcosa di sé per acquistare qualcuno a Dio.