La regina del Sud si alzerà contro questa generazione.
PRIMA LETTURA: Mi 6,1-4.6-8
Uomo, ti è stato insegnato ciò che richiede il Signore da te.
SALMO: (Sal 49)
A chi cammina per la retta via, mostrerò la salvezza di Dio.
«In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno».
Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra.
Nel giorno del giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!».
Mt 12,38-42
“Una generazione malvagia e adultera pretende un segno!” (12,39).
I farisei avanzano una richiesta scandalosa, chiedono a Gesù di manifestare la sua autorità messianica con un segno eclatante. Come se fino a quel momento non avesse compiuti gesti fin troppo eloquenti. Gesù risponde con un ammonimento che assume la forma di un vero e proprio giudizio. Le sue parole non sono rivolte solo agli interlocutori ma a tutti coloro che, malgrado tutto, si ostinano a guardarlo con diffidenza e non sono disposti a salire sul treno della grazia.
Le parole di Gesù sono assai severe, li qualifica come malvagi e adulteri. Il primo aggettivo indica una sorta di complicità con il male; il secondo denuncia il tradimento dell’alleanza con Dio.
In soldoni, è una generazione che abbandona Dio e si mette nelle mani del maligno. Il dialogo potrebbe chiudersi qui, Gesù avrebbe tutti i motivi per voltare le spalle. Egli invece promette un segno che ha il volto di un antico profeta: “Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra” (12,40).
Matteo sottolinea un dettaglio del racconto biblico che fa di Giona un’icona della vicenda di Gesù, annuncia il mistero della Pasqua: il Figlio dell’uomo s’immerge nelle tenebre della morte per poi risorgere a vita nuova. Il segno che verrà dato non è quello che la gente attende. Dio ama sorprenderci. Il segno non è qualcosa ma Qualcuno, è lo stesso Gesù, morto e risorto per noi.
Anche noi, malgrado le numerose grazie ricevute, siamo sempre affamati di segni prodigiosi. Dio invece accompagna i nostri passi con l’umile presenza eucaristica. È questo il segno più eclatante ma anche quello più nascosto. Il Signore non cerca le cose spettacolari, quelle che colpiscono i sensi. Lui vuole giungere al cuore. Oggi chiediamo la grazia di rinunciare alla pretesa di misurare l’amore di Dio con i nostri desideri. È il primo passo per aderire a Dio con tutto il cuore. A Dio e non alle cose che Lui dona.