Osservavano per vedere se guariva in giorno di sabato.

PRIMA LETTURA: 1Cor 5,1-8

Togliete via il lievito vecchio. Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato!

SALMO: (Sal 5) 

Guidami, Signore, nella tua giustizia.

«Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo.
Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo.
Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita.
Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù».

Lc 6,6-11

“C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata” (6,6). Non si tratta di una patologia grave, anche se è oggettivamente invalidante. Non è una patologia eclatante, di quelle che attirano l’attenzione e la compassione degli altri. Forse per questo Gesù lo interpella e gli chiede di mettersi nel mezzo, vuole che tutti possano vederlo. Vi sono quelli che si nascondono, amano lavorare nell’ombra. Gesù invece opera nella luce. Quell’uomo non comprende perché Gesù gli chiede di mettersi in mezzo all’assemblea, se fosse un film lo vedremmo muoversi molto lentamente. E quando si trova in una posizione ben visibile da tutti, riceve un altro comando: “Tendi la tua mano!” (6,10). Tutti devono vedere. Quella patologia rappresenta un limite piuttosto grave in quell’epoca, per l’uomo è certamente un peso, forse la vive addirittura come una vergogna. In quel momento non sa quello che Gesù può fare, avrebbe potuto chiedergli di andare altrove, in un luogo a parte. E invece accetta la sfida, obbedisce e si mette nel mezzo e… così facendo, ottiene la guarigione: “Egli lo fece e la sua mano fu guarita” (6,10). Gesù non ha bisogno di aggiungere altre parole, il solo fatto di obbedire gli permette di ricevere la guarigione.

Questa pagina evangelica invita a riconoscere la nostra invalidità, tutto ciò che ci impedisce di rispondere alla chiamata con quello slancio e quella determinazione che Dio attende da noi. Abbiamo bisogno di riconoscere quei nodi che rallentano il cammino o, addirittura, ci fanno andare nella direzione sbagliata. Nella misura in cui lo riconosciamo, permettiamo al Signore di sciogliere quei lacci che ci impediscono di vivere nella luce. Non è facile compiere questo lavoro interiore, a volte non manca la sincerità e tuttavia non siamo capaci di andare fino in fondo e di scoprire le piaghe nascoste o le cause remote.

La Scrittura annuncia che “tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui al quale noi dobbiamo rendere conto” (Eb 4,13).