Il Figlio dell’uomo viene consegnato. Se uno vuole essere il primo, sia il servitore di tutti.

PRIMA LETTURA: Gc 4,1-10

Voi chiedete e non ottenete perché chiedete male.

SALMO: (Sal 54)

Affida al Signore il tuo peso ed egli ti sosterrà.

Oppure:

Chi spera nel Signore non resta deluso.

 «In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà».

Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.

Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande.

Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».

E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».  

Mc 9,30-37

Oggi, il Vangelo ci offre due insegnamenti di Gesù, che sono strettamente legati tra di loro. Da una parte, il Signore annuncia agli Apostoli che «lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà» (Mt 9,31). È la volontà del Padre per Lui: per questo è venuto al mondo; così vuole liberarci dalla schiavitù del peccato e dalla morte eterna; in questo modo Gesù ci renderà figli di Dio. La consacrazione di Gesù fino all’estremo di dare la propria vita per noi, ci dimostra l’infinito Amore di Dio: un Amore assoluto un Amore al quale non importa ribassarsi fino alla pazzia e allo scandalo della Croce.

Risulta terribile ascoltare la reazione degli Apostoli, ancora troppo presi nel pensare a sé stessi dimenticandosi di imparare dal Maestro: «non capivano queste parole» (Mc 9,32), poiché cammin facendo discutevano chi di loro sarebbe il più grande e per evitare di essere rimproverati non avevano il coraggio di rivolgerGli domande.

Gesù ricorre alle parole, alle immagini, agli esempi concreti. Chi non si sente calato nel personaggio di uno di questi suoi discepoli che si interrogano sulle cose che Egli dice? Chi non sa mettersi nei panni di quegli apostoli perplessi che fanno fatica eppure seguono il Cristo?

Il Signore Gesù, riconoscendo l’impegno ma anche le incertezze dei suoi, cambia linguaggio, assume differenti prospettive, cerca di spiegarsi come meglio è possibile. Se dunque la rivelazione non incontra i cuori di chi lo ascolta, ricorre allora al comandamento: «Se volete essere i primi ai miei occhi, siate gli ultimi, servite gli altri e sarete i più grandi».

Se nemmeno il comandamento è di per sé evidente, allora Gesù prende un bambino e lo pone come immagine chiara per tutti noi: «Fatevi piccoli, disponibili e docili; fatevi puri di cuore e miti; rendetevi amabili ma sinceri e caparbi. Siate tutto ciò che vedete in questo bambino».

Con delicata pazienza, Gesù aggiunge: bisogna diventare l’ultimo ed essere servo degli altri. Bisogna accogliere chi è semplice e piccolo, perché il Signore ha voluto identificarsi con lui. Dobbiamo accogliere Gesù nella nostra vita, perché così staremo aprendo le porte allo stesso Dio. È come un programma di vita per continuare a camminare.

Non è un messaggio che arriva dritto e chiaro fino a noi oggi? Non è una maniera di dirci cosa il Signore desidera per ciascuno di noi? E allora, non dobbiamo credere che credere voglia dire accettare sfide fuori misura e incomprensibili.

Cerchiamo di guardare le cose con chiara semplicità, farci bambini come il Cristo ci insegna. C’è una maniera di fare il bene più grande di qualsiasi elevata affermazione, più profonda degli alti ragionamenti dei dotti.

Questa via passa dalle cose semplici, ma concrete, dalle cose autentiche, seppure quotidiane. Operare nel nome di Dio richiede di farsi servi umili, ma liberi nella fiducia affidata al Padre.

Così lo spiega con chiarezza il Santo parroco di Ars, Giovanni Battista Maria Vianney: «Ogni volta che possiamo rinunciare alla nostra volontà per fare quella degli altri, sempre che questa non vada contro la legge di Dio, otterremo grandi meriti, che solo Dio conosce». Gesù insegna con le Sue parole ma soprattutto con le Sue opere. Quegli Apostoli, inizialmente caparbi, dopo la Croce e la Risurrezione, seguiranno le stesse orme del loro Signore e del loro Dio. Accompagnati da Maria Santissima, vorranno diventare sempre più piccoli perché Gesù cresca in essi e nel mondo.