Passò tutta la notte pregando e scelse dodici ai quali diede anche il nome di apostoli.

PRIMA LETTURA: 1Cor 6,1-11

Un fratello viene chiamato in giudizio dal fratello, e per di più davanti a non credenti!

SALMO: (Sal 149)

Il Signore ama il suo popolo.

«In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.

Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti».

Lc 6,12-19.

Oggi, vorremmo centrare la nostra riflessione sulle prime parole di questo Vangelo: «In quei giorni Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione» (Lc 6,12). Introduzioni come questa possono passare inosservate nella nostra quotidiana lettura del Vangelo, però –in effetti- sono di massima importanza. In particolare oggi ci viene chiaramente detto che la scelta dei dodici apostoli —decisione centrale per la futura vita della Chiesa— fu preceduta da un’intera notte di preghiera di Gesù, in solitudine, davanti a Dio, suo Padre.

Quale è stata la preghiera del Signore? Da ciò che si evince dalla sua vita, doveva essere una preghiera di piena fiducia al Padre, e di totale abbandono alla sua volontà — «Non cerco la mia volontà, ma la volontà di Colui che mi ha mandato» (Gv 5,30) — manifestamente unita alla sua opera salvifica. Solo da questa profonda, lunga e costante preghiera, sostenuta sempre dall’azione dello Spirito Santo che, presente fin dal momento dell’Incarnazione, era disceso su Gesù al momento del suo Battesimo; solo così, dicevamo, il Signore poteva ottenere forza e luce necessaria per continuare la sua missione di obbedienza al Padre per compiere la Sua opera vicaria di salvezza degli uomini. La successiva elezione degli Apostoli che, come ci ricorda San Cirillo di Alessandria, «Cristo stesso afferma di aver dato loro la stessa missione ricevuta dal Padre», ci dimostra come la Chiesa nascente è stato il frutto di questa preghiera di Gesù al Padre nello Spirito e che, quindi, è opera della Santissima Trinità stessa. «Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli» (Lc 6,13).

Gesù, nella pericope di oggi, è presentato da Luca prima su un monte e poi in pianura. Nella prima scena i protagonisti (muti) sono i discepoli qualificati come apostoli; nella seconda troviamo citati molti discepoli e una moltitudine di gente, riportando anche qualche luogo geografico.

Nei brani precedenti del capitolo sei abbiamo commentato il duro scontro del Maestro con i farisei e gli scribi sulla interpretazione della Parola e sulla prassi che ne deriva. Non sono riportate conversioni o atteggianti di ascolto e di dialogo. Abbiamo incontrato piuttosto una chiusura cieca con il tentativo da parte dei suoi avversari di screditare l’Emmanuele.

L’immagine del Nazareno che sale su un monte non può che richiamare scene molto importanti in quanto “luogo” e “momento” di vicinanza con il Padre e di dialogo con il Creatore. Ricordiamo quando Dio consegnò la sua Parola a Mosè e, nei vangeli, la scena della trasfigurazione e quando il Figlio si rivolgerà al Padre sul monte Getsemani.

Ora, dopo aver pregato, al rifiuto dei sapienti e degli esperti della Parola, individua tra i numerosi discepoli un gruppo di dodici apostoli (un numero simbolico che rimanda alle dodici tribù di Israele, quindi a tutto il popolo che Dio aveva scelto), eletti per portare a tutti la loro esperienza vissuta quotidianamente con il profeta di Nazaret: quello che hanno visto e quello che hanno udito andava portato a chiunque.

Scendendo dal monte, gli apostoli vedranno con i loro occhi che il Verbo fattosi carne impone che la bella notizia della sua venuta sia portata al popolo che il Padre si è scelto (Giudea, Gerusalemme) senza tuttavia escludere mai nessuno (Tiro e Sidòne). Vedranno che il Salvatore guarisce senza preclusioni. È il Figlio del Padre misericordioso che ama le sue creature che vive le parole che pronuncia e chiede di rifiutare lo stile del mondo per abbracciare la parola del Verbo.