Fanciulla, io ti dico: àlzati!
PRIMA LETTURA: 2Sam 18,9-10.14b.21a.24-25a.30-32; 19,1-3
Figlio mio, Assalonne! Fossi morto io invece di te!
SALMO: (Sal 85)
Signore, tendi l’orecchio, rispondimi.
«In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!».
E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare».
Mc 5,21-43
La lunga pericope che chiude il capitolo 5 del vangelo di Marco ci presenta due scene diverse che si intersecano. Nella prima troviamo un uomo molto importante qualificato come “capo” della sinagoga di cui viene offerto anche il nome. Nella seconda c’è una donna, anonima, sofferente e vittima al tempo stesso delle leggi vigenti che la relegavano ai confini della società.
Il primo soffre per la figlia che corre il rischio di perderla, la seconda è “morta” nella società in cui vive e cerca disperatamente una via d’uscita.
Entrambi vivono e stanno soccombendo contro la malattia: forse è la disperazione che spingono entrambi a rivolgersi al Maestro. Non sanno ancora che il Nazareno è Medico e al tempo stesso Medicina. Scopriranno che Gesù sana.
Giairo sperimenterà che “La bambina non è morta, ma dorme” e sarà testimone con altri dell’opera del Signore della Vita. La donna, esclusa dalla società perché impura, superando quelle leggi che la condannavano ad una morte religiosa e sociale, sarà testimone dell’avvenuta guarigione.
L’Emmanuele non è solo Medico. È anche Medicina. Non solo può guarire, può anche salvare. Nella pericope di oggi, è alla donna che rivolge il suo sguardo più profondo. L’ha guarita, ma prima ancora del potente segno sul corpo, le ha garantita la salvezza. È una donna capace di infrangere le severe leggi che la colpivano e al tempo stesso è consapevole che il gesto compiuto (pur nella sua superficialità: le vesti, nemmeno il corpo) portava con sé una sorta di trasmissione di impurità. Era disposta a tutto. Oppure aveva maturato in cuor suo che quel profeta di Nazaret, figlio di Maria e di Giuseppe, non era solo un uomo.