Tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo.

PRIMA LETTURA: Is 61,9-11

Gioisco pienamente nel Signore.

SALMO: (1Sam 2,1.4-8)

Il mio cuore esulta nel Signore, mio salvatore.

«I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore.».

Lc 2,41-51

È interessante come il Vangelo per introdurci nella festa del Cuore Immacolato di Maria, ci racconti un episodio della vita di Gesù, dove il cuore di madre di Maria viene messo a dura prova dall’effettivo smarrimento di Gesù a Gerusalemme quando era appena dodicenne.

Sembra che il Vangelo voglia dirci che può capitare anche ai migliori di perdere di vista Gesù, ma ciò che conta è mettersi a cercarlo appena ci si accorge della sua mancanza. Gesù non si era perso, ma aveva scelto volutamente di trattenersi a Gerusalemme, e lo aveva fatto non per perdersi ma forse per quella curiosità tutta adolescenziale di provare ad andare al fondo di alcune questioni che gli stavano a cuore. L’effetto è prevedibile: il panico, l’angoscia e l’ansia di Giuseppe e di Maria. Quando lo ritrovano a discutere fra i dottori del tempio la scena è così descritta:

“Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?»”.

In fondo Gesù ha ragione: sono loro che dovrebbero andare dietro di Lui e non il contrario. Il discepolato non è tirare Gesù dove pensiamo che debba andare, ma imparare ad andare noi dietro di Lui. Eppure non si può chiedere al Cuore di una Madre di non soffrire. Non si può chiedere al Cuore di una Madre di non mettersi sulle tracce del figlio.

Non si può chiedere al cuore di una Madre di non sentirsi profondamente legata al destino del figlio. Maria è così, è una madre. E la buona notizia è che questo Suo Cuore di Madre non è solo per Cristo ma per ciascuno di noi, perché Ella per vocazione è Madre anche nostra. Noi siamo amati da una Madre che non si arrenderà finché non ci avrà ritrovati e riportati al sicuro. Gesù lo si perde spesso quando lo si sorpassa, quando si crede di conoscere già la strada che vuole fare.

Ma non c’è distanza in cui siamo lasciati soli: il Cuore di Madre di Maria è sempre sulle nostre tracce.