PRIMA LETTURA: Ger 31,1-7
Ti ho amato di amore eterno.
SALMO: (Ger 31,10-13)
Il Signore ci custodisce come un pastore il suo gregge.
Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele».
Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».
Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita».
Mt 15,21-28
Gesù non risponde alle invocazioni della donna. Quando i discepoli lo implorano, la sua risposta è quasi sgarbata, umiliante. Non riusciamo a capire l’atteggiamento di Gesù, come non lo capiscono i discepoli.
Facciamo spesso l’esperienza del silenzio di Dio, che talvolta ci lascia smarriti, disorientati. Ma poi quel silenzio incomprensibile, se reso fecondo dalla preghiera e da un tempo di attesa, si può rivelare un’occasione preziosa per metterci in ascolto.
Quando Dio tace possiamo essere noi la voce di chi accanto a noi ha bisogno, possiamo fare da tramite con il Signore, come avviene per i discepoli, che aprono la strada alla presenza di Dio. Una presenza che riusciamo a sentire vicina solo se ci lasciamo muovere dalla fede, come la donna cananea.
In questo scenario si staglia la figura della Cananea che sembra ingaggiare una lotta con Gesù. Ella, infatti si trova di fronte un Gesù silenzioso, che non le rivolge neanche una parola. Sembra un’altra persona rispetto all’esperienza fatta sul lago. Lì Gesù va verso gli apostoli, qui invece sembra scappare dalla donna. Gli apostoli stessi non comprendono l’atteggiamento del Maestro. Il bisogno crea delle attese che non coincidono con le intenzioni degli altri.
Così non c’è perfetta aderenza tra la volontà di Dio e il bisogno dell’uomo come non c’è simmetria tra la grazia divina e i meriti umani. Gesù era intervenuto prontamente al grido di aiuto di Pietro e gli apostoli assistendo alla scena lo avevano riconosciuto come Figlio di Dio. Nel caso della Cananea invece l’esaudimento non è immediato.
La donna persevera nella preghiera lottando con la fede contro il silenzio e la distanza di Dio. Ella non solo segue Gesù ma gli si prostra davanti umiliandosi di fronte a lui. La preghiera perseverante, che spera contro ogni speranza, giunge ad un faccia a faccia in cui la disparità e l’asimmetria dei soggetti viene riconosciuta dalla donna e con esse sia la grandezza della misericordia di Gesù sia la sua piccolezza.
Pietro viene rimproverato a causa della sua poca fede mentre la Cananea viene lodata per la sua grande fede perché è la fede dei piccoli, capace di una preghiera che supera le nubi e commuove il cuore di Dio.