Vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
PRIMA LETTURA: Es 34,29-35
Vedendo che la pelle del suo viso era raggiante, ebbero timore di avvicinarsi a Mosè.
SALMO: (Sal 98)
Tu sei santo, Signore, nostro Dio.
«In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».
Mt 13,44-46
Oggi, Matteo sottopone alla nostra considerazione due parabole sul Regno dei Cieli. L’annunzio del Regno è essenziale nella predicazione di Gesù e nella speranza del popolo eletto. Ma è notorio come la natura di questo Regno non sia stata compresa dalla maggioranza. Non la capì il sinedrio che Lo condannò a morte, non la compresero né Pilato né Erode, ma neppure la capirono inizialmente gli stessi discepoli. Solo c’è costanza di una comprensione come quella che Gesù chiede al buon ladrone, inchiodato anche lui sulla Croce, e Gli dice: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno» (Lc 23,42). Tutti e due erano stati condannati quali malfattori e stavano agonizzando; per una ragione che ignoriamo, il buon ladrone riconosce Gesù quale Sovrano di un Regno che verrà dopo quella terribile morte. Solo poteva essere un Regno spirituale.
Gesù nella sua prima predica, parla del Regno come di un tesoro nascosto la cui scoperta è motivo di allegria e stimola all’acquisto del campo e potersi beneficiare per sempre: «pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo» (Mt 13,44). Ma, allo stesso tempo, per raggiungere il Regno, bisogna cercarlo con interesse e sforzo, fino al punto di vendere tutto ciò che possiede: «trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra» (Mt 13,46). «Perché si dice cercate e chi cerca trova? Azzardo l’idea che si tratta delle perle e la perla, perla che acquista chi ha dato tutto ed ha accettato di perdere tutto» (Origene).
Il Regno è pace, amore, giustizia e libertà. Raggiungerlo è contemporaneamente, dono di Dio e responsabilità umana. Davanti alla grandezza del dono divino constatiamo la imperfezione e la instabilità dei nostri sforzi, che a volte rimangono distrutti dal peccato, dalle guerre e dalla malizia che sembrano insuperabili. Tuttavia, dobbiamo aver fiducia, giacché ciò che pare impossibile agli uomini, è possibile a Dio.
Mediante la parabola Gesù insegna che la fede è esperienza d’incontro con Dio, nascosto nella nostra vita come il tesoro nel campo. L’uomo che incontra Dio trova sé stesso, scopre la bellezza nascosta nella sua esistenza che in apparenza sembra monotona e sterile, ma che invece è ricca perché abitata dalla Grazia. L’uomo che fa una tale scoperta mette in sicurezza il tesoro nascondendolo perché altri non se ne approprino. La scoperta è l’apertura degli occhi che vedono la realtà in maniera diversa.
Con Dio vediamo il nostro corpo come il modo attraverso il quale custodire il tesoro delle relazioni. Le persone ci appaiono preziose non in base ad una valutazione effettuata secondo il criterio dell’utile, ma perché custodi esse stesse della ricchezza di Dio. La fede ispira atteggiamenti di cura che custodiscono e proteggono le relazioni personali dai pericoli.
Al contrario, il giudizio, la distanza affettiva, il non volersi coinvolgere nelle relazioni e il non voler investire in esse, porta a deteriorarle fino ad annullarsi. L’amore si corrompe se non viene custodito e protetto. Chi ha incontrato Dio e lo ha scoperto dentro di sé, perché Lui ne ha fatto la sua dimora, non può separare il tesoro dal campo, il Santo dal consacrato, la Parola dal profeta ma rinuncia a ogni cosa che fino a quel momento costituiva la sua unica certezza per puntare tutto sull’acquisto del campo. Non si può amare, dando tutto noi stessi, se non abbiamo la piena padronanza della nostra vita.
Per raggiungere questo punto è necessario rinunciare a tutto ciò che, messo a paragone con l’amore, è riconosciuto nulla. Vendere tutto non significa rinunciare alla libertà ma vuol dire raggiungere il suo livello più alto perché è quando si dona tutta la vita per Dio che la si riceve centuplicata da Lui.