I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino.

PRIMA LETTURA: Is 62,11-12

Ecco, arriva il tuo Salvatore.

SALMO: (Sal 96)

Oggi la luce risplende su di noi.

SECONDA LETTURA: Tt 3,4-7

Ci ha salvati per la sua misericordia.

«Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere».
Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.».
Lc 2,15-20

“Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo” (1,9).

La nascita di Gesù appartiene alle cose visibili, niente di più facile che contemplare una culla in cui è deposto un bambino appena nato. In realtà questo evento nasconde un’altra luce. Quel Dio che nessuno può vedere (1,18) ha assunto la condizione umana, si è reso visibile per aprire gli occhi e mostrare che la nostalgia d’infinito, dimora in ogni uomo, non è un’illusione del cuore ma un segno del nostro destino eterno. Dio si mostra per insegnarci a cercare quelle cose che non appaiono ai sensi. Dobbiamo passare dal visibile all’invisibile, come proclamiamo in uno dei prefazi di questo tempo liturgico: “Nel mistero del Verbo incarnato / è apparsa agli occhi della nostra mente / la luce nuova del tuo fulgore, / perché conoscendo Dio visibilmente, / per mezzo suo siamo rapiti all’amore delle realtà invisibili” (Prefazio di Natale I). Colui che si fa vedere invita a cercare ciò che non si vede e ciò che nessuno può vedere senza quella luce che risplende nella persona di Gesù.

Se manca questo passaggio tutto rimane oscuro perché solo nella luce di Dio l’uomo può comprendere davvero se stesso. “È buio dentro di me, ma presso di te c’è la luce” (D. Boheneffer). L’uomo ha bisogno di Dio anche se fa di tutto per vivere senza Dio. Ma Dio, che conosce e ama l’uomo, non vuole restare nascosto ma si fa trovare. Anzi, fa di tutto per farsi trovare anche da coloro che non lo cercano. Per questo manda i suoi angeli ad annunciare la lieta notizia (Lc 2, 8-14). Non abbiamo bisogno di cercarlo tra i monti, non dobbiamo attraversare i mari. Ci basta inginocchiarci ai piedi del Tabernacolo. Quel Dio che “giace povero e umile nella stalla di Betlemme”, ora si presenta e si offre a noi attraverso la disarmante semplicità del segno eucaristico. Dinanzi a questo dono non basta manifestare stupore e gratitudine, è necessario assumere un preciso impegno: facciamo in modo che chi cerca Dio, lo possa trovare più facilmente grazie alla nostra testimonianza.