OTTAVO GIORNO:

Preghiera Iniziale:

Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo.

Ti benedica il Signore e ti custodisca (Nm 6,24-26);

mostri a te il suo volto e abbia misericordia di te.

Rivolga il suo volto verso di te e ti dia pace.

Il Signore benedica te, frate LeTone.

ELIA DI CORTONA

IL FRATELLO PIU’ CONTROVERSO DI FRANCESCO

Nacque a Bevilia nei pressi di Assisi all’incirca nel 1180, e morì a Cortona il 22 aprile 1253. Suo padre era di vicino Bologna, e sua madre era di Assisi. Prima di diventare frate, Elia lavorava nella fabbrica di materassi di suo padre ed insegnava ai bambini di Assisi a leggere il Salterio.  Elia lavorò anche come scriptor, o notaio, a Bologna, dove studiò molto. Non era un chierico, né divenne mai prete.

Pare che sia stato uno dei primi ad unirsi a Francesco, ma la data ed il luogo sono incerti: forse a Cortona nel 1211.  Ebbe preminenza sugli altri frati sin dal principio. Francesco lo nominò Vicario Generale dell’Ordine, dopo la precoce morte di Pietro   Cattani, avvenuta il 10 marzo 1221.Alla morte di Francesco, Elia occupava tale incarico già da cinque anni, dopodiché si fece carico delle responsabilità di quel grave momento e della provvisoria direzione dei frati.

Dopo la temporanea tumulazione del santo nella chiesa di San Giorgio, Elia cominciò la costruzione di una grande basilica ad Assisi, per rendere omaggio ai resti mortali del Poverello. A tal fine ottenne la donazione, tramite l’autorità del Papa, del cosiddetto “Collis Inferni” all’estremità occidentale di Assisi, e quindi  raccolse dei fondi, per  far fronte alle spese relative a tale progetto.

Elia si sbarazzò dei frati che difendevano il concetto di povertà, come  Frate Leone    che  fu espulso da Assisi. Elia dedicò tutte le sue energie nella costruzione della basilica in onore di Francesco. I lavori cominciarono il 17 Luglio 1228, proseguendo a velocità incredibile, tanto che la basilica inferiore fu terminata in soli 22 mesi.  Fu consacrata il 25 maggio 1230, ma la frettolosa, segreta, ed ancora inspiegabile translazione del corpo di Francesco dalla chiesa di San Giorgio era già avvenuta di nascosto (ed il corpo fu ritrovato solo nel 1818).

Elia abusò della propria autorità, ed il suo stile di vita rese il suo dispotismo ancora più intollerabile per tanti. A causa di tali eccessi, che minacciavano la totale distruzione della Regola, Gregorio IX gli chiese di rassegnare le dimissioni, che egli rifiutò:  nel 1239 fu deposto dal Papa. Fu eletto Generale Alberto da Pisa

Rifiutandosi di obbedire sia al Ministro Generale, sia al Papa, Elia si alleò con Federico II, imperatore scomunicato, di conseguenza fu anche lui scomunicato da Gregorio IX,  e venne anche  espulso dall’Ordine, come Francesco aveva predetto molto tempo prima.

Elia si stabilì a Cortona con i pochi frati che gli erano rimasti fedeli, ma nel 1250 perse ogni protezione, a causa della morte di Federico II. Durante il 1253, si ammalò gravemente, e fu assolto da Bencio, Arciprete di Cortona.

Elia è probabilmente la figura più complicata da comprendere di tutta la storia francescana, e sarebbe difficile immaginare due caratteri più diversi del suo e di quello di Francesco Fu buon religioso almeno durante la vita di Francesco, altrimenti non si spiegherebbe neanche perché quest’ultimo gli avrebbe affidato un incarico così importante, né perché lo avrebbe benedetto dal proprio letto di morte.

Elia amava davvero Francesco, e non si verificò mai una rottura fra i due.  Allo stesso tempo, i loro ideali religiosi sulla povertà, la modestia delle case, e lo studio per i frati erano molto diversi.  Finché Elia rimase sotto l’influenza di Francesco, la sua ambizione fu frenata, ma quando si ritrovò a governare, dimenticando il suo passato, l’esempio di Francesco e gli obblighi relativi alla sua posizione, l’ambizione lo dominò e di condurlo alla rovina.

Di lui leggiamo un episodio tratto dalla compilazione di Assisi:

“Dimorava il beato Francesco sopra un monte assieme a frate Leone d’Assisi e Bonizo da Bologna per comporre la Regola, giacché era stata perduta la prima, che egli fece scrivere, ammaestrato da Cristo.

Numerosi ministri si recarono, allora, da frate Elia, vicario del beato Francesco, e gli dissero: “Abbiamo sentito che questo fratello Francesco sta  facendo una nuova Regola, e temiamo che la faccia talmente rigorosa che noi non possiamo osservarla. Noi vogliamo che tu vada da lui e gli riferisca che ci rifiutiamo di assoggettarci a tale Regola. Se la faccia per sé, e non per noi”. Frate Elia rispose che non aveva coraggio di andarci, per paura dei rimproveri di frate Francesco. Ma siccome quelli insistevano, ribatté che non intendeva recarsi là senza di loro. Così ci andarono tutti.

Quando, accompagnato dai ministri, fu giunto nei pressi del luogo ove dimorava il beato Francesco, frate Elia lo chiamò. Il beato Francesco rispose e, vedendo i ministri, chiese: “Che cosa vogliono questi fratelli?”. Rispose frate Elia: “Questi sono dei ministri: avendo saputo che stai facendo una nuova Regola e temendo che sia troppo rigorosa, dicono e protestano che non vogliono sentirsi obbligati ad essa e che tu la faccia per te, e non per loro”.

Il beato Francesco allora rivolse la faccia al cielo, e parlava a Cristo così: “Signore, non ti dicevo giustamente che non ti avrebbero creduto?”. E subito si udì nell’aria la voce di Cristo che rispondeva: “Francesco, nulla vi è di tuo nella Regola, ma tutto quello che vi è in essa è mio. E voglio che sia osservato alla lettera, alla lettera, alla lettera! Senza commenti, senza commenti, senza commenti”. E aggiunse: “Io so bene quanto può la fragilità umana, e in quale misura io voglio aiutarli. Quelli che non vogliono osservare la Regola, escano dall’Ordine!”.

Si volse allora il beato Francesco a quei frati e disse: “Avete sentito? avete sentito? Volete che ve lo faccia ripetere?”. E così quei ministri, confusi e dichiarando la propria colpa, si ritirarono”. FF 1563

Preghiera finale:

Litanie di San Francesco:

Santissimo Padre nostro                                                           Gloria a Te

Signore Nostro Gesù Cristo                                 

Santo Spirito Paraclito                                                           

Maria Vergine fatta Chiesa                                                      Guidaci nel cammino

Santo di Dio

Cavaliere di Cristo

Investito e rivestito dello Spirito

Purificato nel corpo e illuminato nell’anima

Infiammato col fuoco dell’amore

Riempito con l’amarezza della compassione

Ricolmato di dolcezza e consolazione

Pervaso di singolare letizia spirituale

Amico dello Sposo

Servo di Cristo

Araldo del gran Re

Messaggero di pace

Ricolmo di spirito profetico

Uomo apostolico

Fedele alla Santa Chiesa

Pastore del piccolo gregge

Luce mattutina diffusa sulle tenebre

Carro di fuoco luminosissimo

Ricco di povertà

Ricco di santa semplicità

Minore di tutti i minori

Generoso e compassionevole verso i poveri

Devoto adoratore della Trinità

Uomo fatto preghiera

Vero penitente

Immagine visibile di Cristo

Preghiamo:

Temete il Signore e rendetegli onore (Cfr. Ap 14,7).

Il Signore è degno di ricevere la lode e l’onore (Cfr. Ap 4,11).

Voi tutti che temete il Signore, lodatelo (Cfr. Sal 21,24).

Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te (Lc 1,28.30).

Lodatelo, cielo e terra (Cfr. Sal 68,35).

Lodate, o fiumi tutti, il Signore (Cfr. Dn 3,78).

Benedite figli di Dio, il Signore (Cfr. Dn 3,82).

Questo è il giorno che ha fatto il Signore (Sal 117,24),

esultiamo e rallegriamoci in esso.

Alleluia, alleluia, alleluia! Il Re di Israele (Cfr. Gv 12,13).

Ogni vivente dia lode al Signore (Sal 150,6).

Lodate il Signore perché è buono (Sal 146,1);

voi tutti che leggete queste parole, benedite il Signore (Sal 102,21).

Creature tutte, benedite il Signore (Cfr. 102,22).

Voi tutti, uccelli del cielo, lodate il Signore (Cfr. Sal 148,7-10; Dn 3,80; Cfr. Sal 112,1).

Tutti i bambini, lodate il Signore.

Giovani e fanciulle, lodate il Signore (Sal 148,12).

Degno è l’Agnello che è stato immolato (Cfr. Ap 5,12)

di ricevere la lode, la gloria e l’onore.

Sia benedetta la santa Trinità (Liturgia) e l’indivisa Unità.

San Michele arcangelo, difendici nel combattimento (Liturgia). FF 265a