TERZO GIORNO:

Preghiera Iniziale:

Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo.

Ti benedica il Signore e ti custodisca (Nm 6,24-26);

mostri a te il suo volto e abbia misericordia di te.

Rivolga il suo volto verso di te e ti dia pace.

Il Signore benedica te, frate LeTone.

BEATO EGIDIO DI ASSISI

FRATE CONTEMPLATIVO FINO ALLA PIU’ ALTA PERFEZIONE

Fu il terzo compagno di Francesco. Il 23 aprile 1208, la festa di San Giorgio, Egidio indossò il misero saio che Francesco aveva elemosinato per lui. Quasi immediatamente partì insieme a Francesco per predicare nelle Marche di Ancona.  Egidio proveniva da una povera famiglia di contadini, ed era un uomo semplice e timoroso di Dio.  Si occupava di lavori manuali, e sapeva come guadagnarsi il pane quotidiano con il sudore della fronte, lavorando umilmente la terra. Qualche tempo dopo, Egidio e Bernardo partirono per un pellegrinaggio a Santiago de Compostela in Spagna. Nel 1209/1210 Egidio fece parte del gruppo di frati che accompagnarono Francesco a Roma per incontrare Papa Innocenzo III, che approvò verbalmente il “Propositum vitae” dei Frati Minori.  Sulla via del ritorno, i frati passarono per Orte, poi si trattennero alcuni mesi a Rivotorto, ed infine si stabilirono definitivamente alla Porziuncola.  Egidio era un frate pellegrino: andò in un luogo chiamato Ficarolum, tra Mantova e Ferrara; in Terra Santa; ad Ancona; al santuario di San Michele Arcangelo sul Monte Gargano; ed a Bari, al santuario di San Nicola.
Nel 1219, il Capitolo Generale della Pentecoste lo mandò a Tunisi in Nord Africa. Durante l’autunno del 1226, Egidio era di nuovo ad Assisi, per stare vicino a Francesco, che stava morendo. Dopo la morte di Francesco, Egidio passò il resto della vita nell’eremo di Monteripido, vicino Perugia. Morì il 23 aprile 1262.   

Papa Pio VI lo proclamò Beato.
Le Fonti Francescane lo presentano come un uomo dedito a fervide e profonde preghiere. Viene considerato un grande mistico. Secondo lo Specchio di Perfezione, Francesco descrisse le qualità del frate minore includendo ” la mente elevata verso Dio, che ebbe Frate Egidio fino alla più alta perfezione”.

Di lui leggiamo un passo che lo vede in cammino con Francesco:

Il beato Francesco prese con sé frate Egidio e andò nella Marca di Ancona, gli altri due si posero in cammino verso un’altra regione. Andando verso la Marca, esultavano grandemente nel Signore (Cfr. Fil 4,10), e l’uomo santo, cantando in francese a voce alta e chiara le lodi del Signore, benediceva e glorificava la bontà dell’Altissimo. Tanta era la loro letizia, che pareva avessero scoperto un grande tesoro (Cfr. Mt 13,44) nel podere evangelico della signora Povertà, per amore del quale avevano generosamente e spontaneamente disprezzato come spazzatura ogni bene temporale.

         E disse il santo a frate Egidio: «Il nostro movimento religioso sarà simile al pescatore, che getta le sue reti nell’acqua e cattura una moltitudine di pesci, poi, abbandonando nell’acqua quelli piccoli, sceglie e mette nelle ceste quelli grossi» (Cfr. Mt 13,47-48). Profetava in questo modo l’espansione del suo Ordine.

         L’uomo di Dio non teneva ancora delle prediche al popolo ma, passando per città e villaggi (Cfr. Lc 8,1), tutti esortava ad amare e temere Dio, a fare penitenza dei propri peccati. Frate Egidio esortava gli uditori a credere nelle parole di Francesco, dicendo che dava ottimi consigli. FF1436

Gli ascoltatori poi si domandavano: «Chi sono costoro? Che cosa ci stanno dicendo?». A quei tempi l’amore e il timor di Dio erano come spenti nei cuori, quasi dappertutto; il cammino penitenziale era del tutto ignorato, anzi lo si riteneva una insensataggine. A tanto erano giunte la concupiscenza della carne, le bramosie mondane e la superbia della vita (Cfr. 1Gv 2,16), che tutto il mondo pareva dominato da queste tre potenze maligne.

Su questi uomini evangelici correvano perciò opinioni contrastanti. Alcuni li consideravano dei pazzoidi e degli ebbri; altri sostenevano che i loro discorsi provenivano tutt’altro che da stoltezza. Uno degli uditori osservò: «Costoro, o sono uniti a Dio in modo straordinariamente perfetto, o sono dei veri insensati poiché li vediamo menare una vita disperata: mangiano assai poco, camminano a piedi nudi, sono coperti di vestiti miserabili».

         Nel frattempo, benché alcuni fossero intimoriti vedendo la santità del loro modo di vivere, nessuno ancora osava seguirli. Le ragazze, al solo vederli da lontano, scappavano spaventate, nel timore che fossero dei folli insensati.

         Percorsa che ebbero quella provincia, fecero ritorno al luogo di Santa Maria. FF 1437

Preghiera finale:

Litanie di San Francesco:

Santissimo Padre nostro                                                           Gloria a Te

Signore Nostro Gesù Cristo                                 

Santo Spirito Paraclito                                                           

Maria Vergine fatta Chiesa                                                      Guidaci nel cammino

Santo di Dio

Cavaliere di Cristo

Investito e rivestito dello Spirito

Purificato nel corpo e illuminato nell’anima

Infiammato col fuoco dell’amore

Riempito con l’amarezza della compassione

Ricolmato di dolcezza e consolazione

Pervaso di singolare letizia spirituale

Amico dello Sposo

Servo di Cristo

Araldo del gran Re

Messaggero di pace

Ricolmo di spirito profetico

Uomo apostolico

Fedele alla Santa Chiesa

Pastore del piccolo gregge

Luce mattutina diffusa sulle tenebre

Carro di fuoco luminosissimo

Ricco di povertà

Ricco di santa semplicità

Minore di tutti i minori

Generoso e compassionevole verso i poveri

Devoto adoratore della Trinità

Uomo fatto preghiera

Vero penitente

Immagine visibile di Cristo

Preghiamo:

Dovunque siamo e andiamo, noi abbiamo la cella con noi: fratello corpo è la nostra cella, e l’anima è l’eremita che vi abita dentro per pregare il Signore e meditare su di lui.

Perciò, se l’anima non rimane in tranquillità e solitudine nella sua cella, di ben poco giovamento è per il religioso quella fabbricata con le mani. FF 1659