NOVENA A GESÙ NAZARENO
NOTIZIE STORICHE
L’immagine che noi monache Clarisse Cappuccine
di Napoli veneriamo, s’ispira alla statua di Nostro
Padre Gesù Nazareno, vestito con un abito viola e
broccati d’oro, con le mani legate da una corda e
con una corona di spine fissata su capelli veri. La statua
vuole riprodurre la scena della Passione quando
Pilato dopo aver interrogato Gesù lo porta fuori nel
pretorio e lo presenta al popolo dicendo: “Ecco
l’uomo”.
Il divin Redentore è colto in un momento storico e
solenne della sua vita: non ha uno sguardo maestoso
ma umile e sereno, rivolto in basso ma allo stesso
tempo cosciente di quanto gli sta accadendo.
Gesù Nazareno, meglio conosciuto come il Cristo
di Medinaceli, si trova nella meravigliosa Basilica di
Nuestro Padre de Medinaceli nel centro di Madrid,
oggi affidata ai padri Cappuccini, dove è molto venerato
ed è protagonista di una spettacolare processione
il Venerdì santo, durante la quale viene
omaggiato anche da un rappresentante della Casa
reale di Spagna e da tanti devoti, alcuni con le catene
ai piedi, lungo le strade madrilene
(cfr. www.archimadrid.es/jesusmedinaceli).
Questa devozione ha alle spalle una lunga e meravigliosa
storia.
–3–
Nel 1600 la statua lignea di Gesù Nazareno, alta m
1,73, opera di un artista sivigliano, viene donata alla
chiesa dei Cappuccini che si trovava a Mamora, città
marocchina fortificata appartenente alla Spagna, insieme
ad altre immagini sacre. Il 26 aprile 1681 la
fortezza di Mamora fu assediata e conquistata nei
giorni successivi da un esercito di Mori del re Muley
Ismail, che presero in ostaggio, oltre ai prigionieri,
le immagini sacre trovate in chiesa e le portarono a
Mequinez, alla corte del re.
Le immagini subirono oltraggi di ogni genere e la
statua di Gesù Nazareno fu addirittura gettata in un
letamaio, fino a quando un frate laico, fra Pedro de
Los Angeles dei padri Trinitari Scalzi, in virtù del
suo carisma, chiese il riscatto di sette immagini sacre
in cambio di sette mori, che il re avrebbe potuto scegliere
tra i prigionieri catturati dagli spagnoli con la
condizione che il religioso sarebbe stato bruciato
vivo se non avesse tenuto fede all’accordo. Il re accettò
a patto che il frate trovasse il denaro corrispondente
al peso della statua che era di legno massiccio.
Al momento del peso bastarono 30 monete d’oro
che il re Carlo II aveva inviato per il riscatto, a simbolo
dei 30 denari con cui Giuda aveva venduto
Gesù.
Da quel momento la statua fu considerata miracolosa
dai cristiani ma accese l’ira dei musulmani che
volevano incendiare la città. Una terribile peste fece
–4–
strage nella città e i musulmani si disinteressarono
della statua, ritenendola riscatta
–6–
Statua di Nostro Padre Gesù Nazareno, in Madrid
DEVOZIONE NEL NOSTRO MONASTERO
Il primo diffusore della devozione a Gesù Nazareno
fu p. Eusebio del Santissimo Sacramento, trinitario,
che estese il culto in tutti i domini spagnoli e poi, a
raggiera, negli altri Stati europei: Germania, Italia,
Ungheria, Polonia fin nelle Indie Occidentali, attraverso
copie della scultura, quadri, stampe e medaglie.
Agli inizi del 1700 si può far risalire la nascita della
devozione al quadro di Gesù Nazareno nel nostro
Monastero “S. Maria in Gerusalemme”.
Secondo un’antica testimonianza, le monache, avendone
avuta per caso notizia, desiderarono conoscere
meglio tale devozione e la introdussero nel Monastero
dopo aver ottenuto dalla chiesa di S. Carlo alle
Quattro Fontane dei Trinitari Scalzi in Roma, una
riproduzione su tela e un libretto con le notizie.
L’immagine che noi veneriamo rappresenta Gesù
con un volto sereno e con uno sguardo trasfigurato,
circonfuso di luce, rivestito di un abito rosso ma
senza lo scapolare dei Trinitari, e con le mani legate.
Ordinariamente è inserito in una cornice che reca
incisi i segni della Passione.
In occasione della Rivoluzione partenopea del 1799
si ottenne di poter esporre pubblicamente la sacra
effigie nella nostra chiesa e fu fatto un solenne triduo
a opera soprattutto della madre M. Cristina Moli-
–7–
gnani e di p. Ignazio da Napoli cappuccino, volto a
scongiurare la pace nel Regno di Napoli.
Da allora, soprattutto con l’opera instancabile di sr.
Agata Ferrari, la festa di Gesù Nazareno, celebrata
la III domenica di luglio, assunse un tale livello di
solennità, con decreto della congregazione dei Riti,
“che si sceglievano ogni anno esimi oratori per far
esaltare le grazie che ogni giorno si ottenevano dalla
sacra effigie, non solo nella città e nel Regno di Napoli
ma anche all’estero: in Polonia, Russia e Germania”.
La data della festa è rimasta immutata per due secoli
fino a pochi decenni fa quando, a seguito della riforma
liturgica del Vaticano II, il giorno è stato cambiato;
nell’anno giubilare del 2000 noi monache
Cappuccine abbiamo stabilito un ulteriore trasferimento
alla II domenica di Quaresima, ritenendo i
testi liturgici di questo giorno più consoni. In tale
domenica infatti la Chiesa ci invita a contemplare il
volto trasfigurato di Cristo, che si avvia al suo mistero
di morte e risurrezione pasquale.
“Il fatto che questa devozione sia stata tanto divulgata
è dovuto agli innumerevoli miracoli che Cristo,
nostro Redentore, ha operato attraverso questa santa
immagine, i quali miracoli non è possibile riferire
tutti. Basti dire per ora che non si troverà un tipo di
difficoltà dalla quale, molte volte, non siano stati li-
–8–
berati i suoi devoti, tribolazione nella quale non
abbia dato consolazione né infermità che con la sua
invocazione non sia cessata. Risplende particolarmente
nel cambiare i cuori induriti e nel convertire
i peccatori dai loro vizi”. (p. Eusebio, 1705).
E noi monache possiamo testimoniare che, nel corso
dei secoli, il “nostro” Gesù Nazareno ha operato numerose
grazie per tutti coloro che si sono rivolti, con
fede, alla sua intercessione presso il Padre di ogni
misericordia.
E per questo, da sempre, la festa di Gesù Nazareno
viene preceduta da una novena di preparazione fatta
di preghiera, meditazione dei momenti della Passione
di Gesù, e pratiche sacramentali come la confessione
e la comunione eucaristica.
–9–
NOVENA
A GESÙ NAZARENO
PREGHIERA INTRODUTTIVA
PER TUTTI I GIORNI
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito
Santo. Amen.
Dal Salmo 27 (26)
1 Di Davide.
Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?
7 Ascolta, Signore, la mia voce.
Io grido: abbi pietà di me, rispondimi! 8 Il mio cuore ripete il tuo invito:
«Cercate il mio volto!».
Il tuo volto, Signore, io cerco.
9 Non nascondermi il tuo volto,
non respingere con ira il tuo servo.
Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi,
non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. 10
Mio padre e mia madre mi hanno abbandonato,
ma il Signore mi ha raccolto.
– 12 –
11
Mostrami, Signore, la tua via,
guidami sul retto cammino,
perché mi tendono insidie.
12
Non gettarmi in preda ai miei avversari.
Contro di me si sono alzati falsi testimoni
che soffiano violenza.
13
Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi. 14
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.
– 13 –
PRIMO GIORNO
LA CATTURA DI GESÙ
Preghiera introduttiva pg. 12
Dal Vangelo secondo Giovanni 18, 1-5a
1
Dopo aver detto queste cose, Gesù uscì con i suoi
discepoli al di là del torrente Cedron, dove c’era un
giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. 2
Anche
Giuda, il traditore, conosceva quel luogo, perché
Gesù spesso si era trovato là con i suoi
discepoli. 3
Giuda dunque vi andò, dopo aver preso
un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai
capi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccole
e armi. 4
Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva
accadergli, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?».
5
Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse
loro Gesù: «Sono io!».
Non c’è bisogno di Giuda. Il suo peccato è inutile.
Le pianificazioni, le attese del traditore s’infrangono
contro la muraglia invalicabile della libertà di Cristo,
che va al sacrificio perché lui stesso l’ha voluto, in
obbedienza al Padre, e non perché alcun vero uomo
potesse costringervelo con la forza o con l’inganno.
Addolora il pensiero che abbia usato il segno più
dolce dell’amicizia come strumento di odio.
– 14 –
Gesù Nazareno, ti chiediamo di rimaneretra i tuoi
amici anche quando i tuoi progetti conducono alla
croce e al fallimento. Non permettere che ti abbandoniamo
o ti tradiamo. Fa’ che in quell’ora risuoni
in noi la tua voce: «Chi cerchi? Sono io!».
PREGHIERA A GESÙ NAZARENO pg. 27
SECONDO GIORNO
GESÙ DIFENDE I SUOI DISCEPOLI
Preghiera introduttiva pg. 12
Dal Vangelo secondo Giovanni 18, 5b-11
5b
Vi era con loro anche Giuda, il traditore. 6
Appena
disse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero a
terra. 7
Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?». Risposero:
«Gesù, il Nazareno». 8
Gesù replicò: «Vi ho
detto: sono io. Se dunque cercate me, lasciate che
questi se ne vadano», 9
perché si compisse la parola
che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di
quelli che mi hai dato». 10
Allora Simon Pietro, che
aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del
sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel
servo si chiamava Malco. 11
Gesù allora disse a Pietro:
– 15 –
«Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi
ha dato, non dovrò berlo?».
I discepoli, impauriti dall’arrivo dei soldati e delle guardie,
si rifugiano presso Gesù. Egli è la loro sicurezza e
sanno che con lui non accadrà loro nulla di male. Infatti
vedono questa accozzaglia cadere l’uno sull’altro,
come legna secca, non appena il Maestro si fa avanti e
li interroga. Poi però egli cede e si lascia prendere. Tuttavia
ha ancora un gesto di autorità, non per sé ma a
vantaggio dei discepoli, affinché siano liberi un giorno
di scegliere. Infatti essi hanno dimenticato gli annunci
della passione e non vogliono morire. Tutti, abbandonatolo,
scapparono.
Gesù Nazareno, ti chiediamo di seguirti non solo
sull’onda dell’entusiasmo e della commozione, ma
soprattutto quando prendi la via della croce, affrontando
l’ignoto e l’odio del mondo, e di rispondere
sì al tuo invito.
PREGHIERA A GESÙ NAZARENO pg. 27
– 16 –
TERZO GIORNO
GESÙ VIENE LEGATO
E CONDOTTO DA ANNA
Preghiera introduttiva pg. 12
Dal Vangelo secondo Giovanni 18, 12-14
12
Allora i soldati, con il comandante e le guardie
dei Giudei, catturarono Gesù, lo legarono 13
e lo condussero
prima da Anna: egli infatti era suocero di
Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno. 14
Caifa
era quello che aveva consigliato ai Giudei: «È conveniente
che un solo uomo muoia per il popolo».
Violenza inutile quella che si scaglia contro Gesù. Non
sono loro che lo prendono, è lui che si offre. Sarebbe
tutto sprecato, tutto inutile, spade, bastoni e corde, se
lui non volesse. Pensano di averlo sotto controllo solo
perché gli hanno legato le mani e s’illudono che a condurlo
siano loro.
Gesù Nazareno, rappresentato con le mani legate,
donaci di comprendere che, pur fermato dalla violenza
degli uomini, sei più che mai libero per un
amore che sembrerà scandalo e follia. Facci entrare
in questo amore!
PREGHIERA A GESÙ NAZARENO pg. 27
– 17 –
QUARTO GIORNO
GESÙ VIENE INTERROGATO DA ANNA
Preghiera introduttiva pg. 12
Dal Vangelo secondo Giovanni 18, 19-24
19
Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo
ai suoi discepolie al suo insegnamento. 20
Gesù
gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho
sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove
tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla
di nascosto. 21
Perché interroghi me? Interroga quelli
che hanno udito ciò che ho detto loro;ecco,essi sanno
che cosa ho detto». 22
Appena detto questo, una delle
guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo:
«Così rispondi al sommo sacerdote?». 23
Gli rispose
Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male.
Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?». 24
Allora
Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo
sacerdote.
Nel cuore della notte Gesù si trova legato e solo di
fronte ad Anna, suocero di Caifa, che era stato sommo
sacerdote e, pur non essendo in carica, godeva di
grande autorità. Con astuzia quest’uomo cerca d’indagare
le intenzioni del maestro e Gesù risponde, con dignitosa
franchezza, che vengano ascoltati quelli che
– 18 –
hanno udito le sue parole. Di scatto una guardia lo
schiaffeggia; così inizia una violenza che proseguirà
sempre più forte. Lo schiaffo lo umilia ed esprime il
vuoto della ragione; Gesù al contrario tratta chi lo ha
percosso con dignità.
Gesù Nazareno, non stancarti mai di venirci a
cercare e di riconsegnarci ogni giorno la libertà del
nostro consenso al tuo amore incondizionato.
PREGHIERA A GESÙ NAZARENO pg. 27
QUINTO GIORNO
GESÙ DAVANTI A PILATO
Preghiera introduttiva pg. 12
Dal Vangelo secondo Giovanni 18, 28-32
28Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio.
Era l’alba ed essi non vollero entrare nel pretorio,
per non contaminarsi e poter mangiare la
Pasqua. 29
Pilato dunque uscì verso di loro e domandò:
«Che accusa portate contro quest’uomo?». 30
Gli risposero:
«Se costui non fosse un malfattore, non te
l’avremmo consegnato». 31
Allora Pilato disse loro:
«Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra
– 19 –
Legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito
mettere a morte nessuno». 32
Così si compivano
le parole che Gesù aveva detto, indicando di quale
morte doveva morire.
Pilato non sembra voler avallare le decisioni di quei
sudditi turbolenti; ne conosce la malizia e l’invidia esasperata
verso Gesù. Dinanzi a un’accusa generica che
essi portano, egli ribatte che questa non può riguardare
l’autorità romana, che ha lasciato agli ebrei la facoltà di
dirimere le loro questioni religiose. Allora i capi del popolo
danno un’improvvisa svolta al processo e chiedono
la condanna a morte di Gesù, confermando le
predizioni che lui aveva fatto sul modo in cui sarebbe
morto: crocifisso!
Gesù Nazareno, che a volteriesci più gradito al potere
civile piuttosto che a quello religioso, facci accogliere
le doloroseeimprevistesituazioni della vita, chesono
provocate da quelli che riteniamo più vicini a noi.
PREGHIERA A GESÙ NAZARENO pg. 27
– 20 –
SESTO GIORNO
GESÙ É INTERROGATO DA PILATO
Preghiera introduttiva pg. 12
Dal Vangelo secondo Giovanni 18, 33-38
33
Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare
Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». 34
Gesù rispose:
«Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato
di me?». 35
Pilato disse: «Sono forse io Giudeo?
La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato
a me. Che cosa hai fatto?». 36
Rispose Gesù: «Il
mio regno non è di questo mondo; se il mio regno
fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero
combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei;
ma il mio regno non è di quaggiù». 37
Allora Pilato
gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo
dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo
sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla
verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia
voce». 38
Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?».
E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse
loro: «Io non trovo in lui colpa alcuna».
Pilato interroga Gesù sull’unica ragione che potrebbe
allarmare Roma, chiedendo se lui fosse il re dei Giudei.
Gesù vuole sapere se la domanda di Pilato ha un signi-
– 21 –
ficato religioso o politico. Pilato a sua volta continua a
interrogarlo per dargli la possibilità di difendersi. Ma le
parole di Gesù lo sorpassano, comunicando il mistero
dell’incarnazione a una mente pagana che, se da un
lato vuole esercitare la giustizia, dall’altro non è interessata
alla verità fino a mettere in questione la sua carriera.
Gesù Nazareno, fa’ che la verità che sei venuto a
rivelarci abiti i nostri giorni e le nostre opere, trasformando
la nostra vita.
PREGHIERA A GESÙ NAZARENO pg. 27
SETTIMO GIORNO
GESÙ VIENE FLAGELLATO
E CORONATO DI SPINE
Preghiera introduttiva pg. 12
Dal Vangelo secondo Giovanni 19, 1-6
1
Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare.
2
E i soldati, intrecciata una corona di spine,
gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello
di porpora. 3
Poi gli si avvicinavano e dicevano:
«Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi.
– 22 –
4
Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve
lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in
lui colpa alcuna». 5
Allora Gesù uscì, portando la corona
di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse
loro: «Ecco l’uomo!». 6
Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie
gridarono: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Disse loro
Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non
trovo colpa».
Pilato spera di ammorbidire le posizioni degli avversari
facendo flagellare Gesù. Ottiene invece un nuovo martirio
per il divino prigioniero. Gesù flagellato è l’innocente
che paga per tutti. L’innocente, che per noi si è
fatto peccato ed è stato trattato da peccato, tanto da
essere sfigurato, diventa oggetto di divertimento e derisione
da parte dei soldati, con la pantomima della coronazione
di spine.
Gesù Nazareno, tu lasci fare, non reagisci, permetti
che gli uomini ti sfigurino, perché in quel
volto gli uomini possano ritrovare la forza di tornare
ad avere gli stessi sentimenti tuoi, abbandonando
ogni odio e violenza.
PREGHIERA A GESÙ NAZARENO pg. 27
– 23 –
– 24 –
OTTAVO GIORNO
PILATO CERCA DI LIBERARE GESÙ
Preghiera introduttiva pg. 12
Dal Vangelo secondo Giovanni 19, 7-11
7
Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una Legge e
secondo questa Legge deve morire, perché si è fatto
Figlio di Dio». 8
All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più
paura. 9
Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù:
«Di dove sei tu?». Ma Gesù non gli diede risposta.
10
Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai
che ho il potere di metterti in libertà e il potere di
metterti in croce?». 11
Gli rispose Gesù: «Tu non avresti
alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato
dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato a te
ha un peccato più grande».
Pilato ha con supponenza ammonito Gesù di avere il
potere di metterlo in libertà e il potere di metterlo in
croce. Gesù gli replica che, in realtà, l’esito sarà uno
solo ed è già previsto e tracciato dal Padre, che nella
morte del Figlio compie il suo progetto salvifico ben più
“alto” della semplice esecuzione capitale a cui pensa il
procuratore romano.
Gesù Nazareno, facci capire che la tua morte, decisa
da altri, è segno di vicinanza alla nostra realtà
umana del vivere e del morire, e diviene anche
principio di trasfigurazione e liberazione della nostra
mortalità con la successiva risurrezione.
PREGHIERA A GESÙ NAZARENO pg. 27
NONO GIORNO
GESÙ É CONDANNATO A MORTE
E CROCIFISSO
Preghiera introduttiva pg. 12
Dal Vangelo secondo Giovanni 19, 12-19
12
Da quel momento Pilato cercava di metterlo in
libertà. Ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui,
non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si mette
contro Cesare». 13
Udite queste parole, Pilato fece
condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel
luogo chiamato Litòstroto, in ebraico
Gabbatà. 14
Era la Parasceve della Pasqua, verso mezzogiorno.
Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro
re!». 15
Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!».
Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro
re?». Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo
– 25 –
altro re che Cesare». 16
Allora lo consegnò loro perché
fosse crocifisso. Essi presero Gesù 17
ed egli, portando
la croce, si avviò verso il luogo detto del
Cranio, in ebraico Gòlgota, 18
dove lo crocifissero e
con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra,
e Gesù in mezzo. 19
Pilato compose anche l’iscrizione
e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù
il Nazareno, il re dei Giudei».
Tutti gli espedienti e le difese maldestre di Pilato s’infrangono
contro l’odio assassino dei capi del popolo,
che devono eliminare Gesù perché non incasellabile e
continuamente fuori controllo. Alla fine lo consegna ai
Giudei perché lo crocifiggano. Tuttavia nessuno potrà
togliergli la cocente coscienza di non aver potuto esercitare
la giustizia, cedendo alla propria debolezza e alla
paura di perdere la sua carica.
Gesù Nazareno, che finché hai avuto voce hai voluto
essere luce per tutti, disperdi le tenebre del
mio cuore e donami che la tua verità, la tua umiltà
siano in me beata fiducia nella tua forza, che allora
vince quando tu sei innalzato sulla croce e attrai
tutto a te, anche me.
PREGHIERA A GESÙ NAZARENO pg. 27
– 26 –
PREGHIERA
A GESÙ NAZARENO
Dolcissimo Gesù Nazareno,
che riveli il tuo volto
a chi ti cerca con sincerità,
rinsalda la nostra fede
nel mistero della tua passione
e Risurrezione.
Donaci un cuore docile
che accolga la tua misericordia
che è da sempre.
Liberaci da tutte le nostre angosce
e nelle necessità presenti
consolaci e accordaci
la grazia che ti chiediamo.
Gloria al Padre…