Immediatamente la lebbra scomparve da lui.

PRIMA LETTURA: 1Gv 5,5-13

Lo Spirito, l’acqua e il sangue.

SALMO: (Sal 147)

 Celebra il Signore, Gerusalemme.
Oppure:
R. Alleluia, alleluia, alleluia.

“Un giorno, mentre Gesù si trovava in una città, ecco, un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò dinanzi, pregandolo: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi».
 
Gesù tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii purificato!». E immediatamente la lebbra scomparve da lui. Gli ordinò di non dirlo a nessuno: «Va’ invece a mostrarti al sacerdote e fa’ l’offerta per la tua purificazione, come Mosè ha prescritto, a testimonianza per loro».
 
Di lui si parlava sempre di più, e folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro malattie. Ma egli si ritirava in luoghi deserti a pregare.”
Lc 5,12-16

Oggi abbiamo una grande responsabilità nel fare che la «sua fama» (Lc 5,15) continui ad estendersi, specialmente, tra quelli e quelle che non lo conoscono o che, per diverse ragioni e circostanze, se ne sono allontanati.

Ma questo contagio non sarà possibile se prima, non siamo stati capaci di riconoscere le nostre proprie “lebbre” particolari e di avvicinarci a Cristo, coscienti che solo Lui ci può liberare efficacemente da tutte le nostre invidie, egoismi, orgogli e rancori…

Che la fama di Cristo si estenda a tutti gli angoli della nostra società dipende, in gran parte, dagli “incontri particolari” che abbiamo avuto con Lui. Quanto più intensamente ci impregniamo del Suo Vangelo, del Suo amore, della Sua capacità di ascoltare, di accogliere, di perdonare, di accettare l’altro (per diverso che sia), saremo più capaci di farLo conoscere al nostro intorno..

Il lebbroso del Vangelo, che oggi leggiamo nell’Eucaristia, è qualcuno che ha fatto un doppio esercizio di umiltà. Quello di riconoscere qual è il suo male e quello di accettare Gesù come suo Salvatore. Cristo è chi ci da l’opportunità di realizzare un cambio radicale e profondo nella nostra vita. Dinanzi a tutto quello che c’impedisce di amare e si è incistato nei nostri cuori e nella nostra vita, Cristo, con il testimonio della Sua vita e della Vita Nuova, ci propone una alternativa assolutamente reale e possibile. L’alternativa dell’amore, della tenerezza, della misericordia. Gesù, davanti a chi è diverso da Lui, (il lebbroso), non scappa, non se lo toglie di mezzo, non lo “fattura” a un ente pubblico, a una istituzione o alle “ong”. Cristo accetta la sfida dell’incontro, e, all’“ammalato” gli offre quello di cui ha bisogno, guarigione/purificazione.

Noi dobbiamo essere capaci di offrire a quelli che si avvicinano alle nostre vite, quello che abbiamo ricevuto dal Signore. Però, prima, sarà necessario averci incontrato con Lui e rinnovare il nostro impegno di vivere il Suo Vangelo nelle piccole cose di ogni giorno.