Voi non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo.

PRIMA LETTURA: At 16,1-10

Vieni in Macedonia e aiutaci!

SALMO: (Sal 99)

Acclamate il Signore, voi tutti della terra.

Oppure:

Alleluia, alleluia, alleluia.

«In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:

«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia.

Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».

Gv 15,18-21

Oggi, il Vangelo contrappone il mondo ai seguaci di Cristo. Il mondo rappresenta tutto ciò che di peccato troviamo nella nostra vita. Una delle caratteristiche di chi segue Gesù è, dunque, la lotta contro il male e il peccato che si trova nell’intimo di ogni uomo e nel mondo. Perciò, Gesù risuscitato è luce, luce che illumina le tenebre del mondo. Karol Wojtyla ci esortava a «che questa luce ci renda forti e capaci di accettare la intiera verità di Cristo ed amarla di più quanto di più la contraddice il mondo».

Nelle crisi possiamo avere la sensazione di essere in balia di forze oscure e ostili. Questo accade soprattutto quando, ispirati dallo Spirito di Dio, cerchiamo di osservare il comandamento dell’amore. Gesù ha indicato nella regola d’oro di fare per primo agli altri ciò che vorremmo fosse fatto a noi, la traduzione pratica dell’amore fraterno. Come per Gesù anche per i discepoli suoi non è facile rimanere sulla via della parola di Dio perché ci si scontra quotidianamente con le resistenze esercitate da chi ostacola o tenta di deviare la nostra fede.

L’odio è sperimentato nel momento in cui si viene colpiti da ingiuste condanne o semplicemente quando siamo ridotti all’errore che eventualmente abbiamo commesso. L’arma dell’odio è la paura e il senso di colpa che mina la speranza e spegne l’entusiasmo.

Gesù, facendo eco al libro del Siracide, sembra avvertire i suoi discepoli dicendo che la via dell’amore passa necessariamente dal rifiuto e dalle resistenze causate da un sistema che tende ad omologare piuttosto che ad accompagnare nel cammino formativo della coscienza per esercitare a pieno la libertà. Il Sapiente dell’Antico Testamento afferma: «Figlio, se ti presenti per servire il Signore, preparati alla tentazione. Abbi cuore retto e sii costante, non ti smarrire nel tempo della prova. Stai unito a lui senza separartene» (Sir 2, 1-3).

Nella prova avviene la trasformazione interiore per la quale il servo non cede all’orgoglio di emanciparsi dal padrone, ma con umiltà si sforza di rimanere al suo servizio e crescere nella comunione con lui. La tentazione più grossa è interpretare l’odio come un atto persecutorio di Dio perché non lo amiamo come vorrebbe. Sta proprio qui la differenza tra l’amore del mondo e quello di Dio. Il mondo ama ciò che è suo perché lo rende servo di sé; Dio ama l’uomo per riscattarlo dalla condizione di schiavitù e renderlo veramente libero, ovvero capace di amare anche chi lo odia e di rispondere con il servizio, fino al dono della propria vita, a chi accusa e condanna.

Questa fedeltà può trarre molte volte la persecuzione: «Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi» (Gv 15,20). Non dobbiamo aver paura della persecuzione; dobbiamo temere piuttosto di non cercare con sufficiente desiderio adempiere la volontà del Signore. Siamo coraggiosi e proclamiamo senza paura Cristo risuscitato, luce e allegria dei cristiani! Lasciamo che lo Spirito Santo ci trasformi per essere capaci di comunicare questo al mondo!