Se non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera?
PRIMA LETTURA: Fil 4,10-19
Tutto posso in colui che mi dà la forza.
SALMO: (Sal 111)
Beato l’uomo che teme il Signore.
«In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».
I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui.
Egli disse loro: «Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole».
Lc 16,9-15
“Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto”.
Il poco a cui si riferisce Gesù è “il poco” di questa vita che si contrappone “al molto” della vita eterna. Ma invece di demonizzare questa vita, Gesù dice che è qui che si gioca o meno la possibilità del molto.
Essere fedeli nel poco significa mostrare la posizione giusta davanti a cui dobbiamo porre noi stessi rispetto alle cose di questo mondo. Esse servono, ma non devono mai diventare un fine. Se tu ti liberi dalla logica del possesso allora sei pronto ad accogliere la responsabilità del molto che ti verrà concessa nella vita eterna.
Ma quello che deve essere chiaro è che non si può tenere il piede in due scarpe: “Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire a Dio e a mammona”. La grande domanda che ci pone Gesù nel Vangelo di oggi è: chi occupa il posto esclusivo nel tuo cuore? Dio o il possesso?
La verità è che anche noi a volte come i farisei e gli scribi pensiamo che basti la correttezza della performance religiosa per salvarci.
Ma Gesù dice che ciò che conta nella vita di una persona è altro:
“I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si beffavano di lui. Egli disse: «Voi vi ritenete giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che è esaltato fra gli uomini è cosa detestabile davanti a Dio»”.
Pensare di valere davanti agli occhi degli uomini non conta nulla per il Signore che vede invece ciò che ci portiamo nel segreto del cuore. Se imparassimo questa lezione faremmo pulizia dentro di noi invece di lustrare la nostra immagine fuori di noi. Infatti vivere cercando solo il consenso degli altri e del mondo a volte ci trasforma in un abominio e non in quel capolavoro che Dio aveva in mente quando ci ha dato la vita.
Solo abbandonando la logica dell’apparenza scopriremo la logica di Dio che vede l’essenziale che conta e non l’effimero che finisce.