Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo.

PRIMA LETTURA: Dn 7,9-10.13-14

Mille migliaia lo servivano.

Oppure:

                                Ap 12,7-12a

Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago.

SALMO: (Sal 137)

Cantiamo al Signore, grande è la sua gloria.

«In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».

Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».  

Gv 1,47-51

Gesù, hai visto i passi discreti di Natanaele. Egli non è intestardito nelle sue convinzioni: si lascia condurre a Te. Egli viene per verificare la tua “bontà”, per vedere se Tu sei da Dio, se Tu sei colui di cui le Scritture parlano al popolo. Tu ti accorgi che Natanaele ama Dio e lo cerca. Tu lo ami già!

Egli è il vero Israelita, è colui che attende il manifestarsi di Dio. Egli non si fida perciò di sé stesso e viene a vedere il segno che l’amico gli ha indicato. Egli attende il dono di Dio.

Tu, Gesù, lo conosci, perché riconosci la luce di Dio nel cuore dell’uomo. Tu lo ami per primo, ed egli così si scopre già amato, già scelto, già benedetto.

Tu l’hai osservato sotto il fico, nell’umiltà di chi sa d’essere peccatore, figlio di Adamo bisognoso di salvezza. Lo hai visto sotto il fico: hai visto il suo desiderio di incontrare e riconoscere il Messia, hai visto il suo impegno nel cercare nelle Sacre Scritture i segni della Presenza di Colui che deve venire, i segni della tua Presenza!

Egli si è sentito amato ed accolto nella sua povertà. L’amore che previene e che precede è l’amore di Dio, non c’è dubbio. Natanaele, perciò scoppia di gioia e di fede nel grido Maestro, Tu sei il Figlio di Dio, Tu sei il re d’Israele!

Oggi in questa festa dei Santi Arcangeli, Gesù manifesta ai suoi Apostoli e a tutti noi, la presenza dei Suoi angeli e il rapporto che hanno con Lui. Gli angeli stanno nella Gloria celestiale dove perennemente lodano al Figlio dell’uomo, che è lo stesso Figlio di Dio. Lo circondano e stanno al Suo servizio.

«Salire e scendere» ci ricorda l’episodio del sogno del Patriarca Giacobbe, che dormiva su una pietra durante il viaggio verso la terra di origine della sua famiglia (Mesopotamia), vede gli angeli che «salgono e scendono» da una misteriosa scala che unisce cielo e terra, mentre Dio stesso si trova in piedi accanto a lui comunicandogli il messaggio. Notiamo la relazione esistente tra la comunicazione divina e la presenza attiva degli angeli.

Così Gabriele, Michele e Raffaele appaiono nella Bibbia come presenti in eventi terreni e portando agli uomini –come ci dice lo stesso San Gregorio il Grande- le comunicazioni, mediante la loro presenza e le loro stesse azioni, che cambiano in modo decisivo le nostre vite. Essi sono chiamati appunto “arcangeli”, cioè, principi degli Angeli, perché inviati per le più grandi missioni.

Gabriele fu inviato ad annunciare a Maria la concezione verginale del Figlio di Dio, che è l’inizio della nostra redenzione (cf. Lc 1). Michele lotta contro gli angeli ribelli espulsandoli dal cielo (cf. Ap. 12): ci annuncia, così, il mistero della giustizia divina, portato a termine anche tra gli angeli quando questi si ribellano, e ci dà la sicurezza della sua e nostra vittoria sul male. Raffaele accompagna invece Tobia “junior”, lo difende e consiglia, e cura infine suo padre (cf. Tob). In questo modo ci annuncia la presenza degli angeli accanto a ciascuno di noi: l’angelo che chiamiamo Custode.

Impariamo da questa celebrazione degli arcangeli che «salgono e scendono», che servono Dio, e che lo servono in beneficio nostro. Danno gloria alla Santissima Trinità, e lo fanno servendo noi. E in conseguenza esaminiamo quanta devozione dobbiamo loro e quanta gratitudine dobbiamo al Padre che li invia per il nostro bene.