Lo Spirito di verità vi guiderà a tutta la verità.

PRIMA LETTURA: At 2,1-11

Tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare.

SALMO: (Sal 103)

Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.

Oppure:

Alleluia, alleluia, alleluia.

SECONDA LETTURA: Gal 5,16-25

Il frutto dello Spirito.

SEQUENZA:

Veni, Sancte Spíritus,

et emítte caélitus

lucis tuae rádium.           

Veni, pater páuperum,

veni, dator múnerum,

veni, lumen córdium.    

Consolátor óptime,

dulcis hospes ánimae,

dulce refrigérium.          

In labóre réquies,

in aestu tempéries,

in fletu solácium.            

O lux beatíssima,

reple cordis íntima

tuórum fidélium.            

Sine tuo númine,

nihil est in hómine,

nihil est innóxium.         

Lava quod est sórdidum,

riga quod est áridum,

sana quod est sáucium.

Flecte quod est rígidum,

fove quod est frígidum,

rege quod est dévium. 

Da tuis fidélibus,

in te confidéntibus,

sacrum septenárium.   

Da virtútis méritum,

da salútis éxitum,

da perénne gáudium.   

«In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.

Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

Gv 15,26-27;16,12-15

Celebriamo oggi la Pentecoste, la solennità che ci ricorda il momento in cui avviene la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli, riuniti in preghiera nel Cenacolo insieme alla Beata Vergine Maria.

Sono esattamente cinquanta giorni dalla Pasqua del Signore e della sua risurrezione. Mentre ascende al cielo, Gesù promette l’immediato invio dello Spirito Santo sugli Apostoli.

Rimasti materialmente soli dopo la dipartita terrena del loro maestro, gli apostoli, anche se colmi di gioia per aver finalmente appreso la sua vera Identità di Figlio di Dio risorto e datore di vita, dovevano essere abbastanza sgomenti e contristati perché ora mancava loro un riferimento concreto e immediato dal quale trarre ispirazione, soprattutto per le loro azioni e per la missione che avrebbe dovuto svolgere. Un po’ come orfani senza mamma, depressi, demotivati, in cerca di una ragione per poter riprendere le redini di ogni situazione e di ogni realtà.

“Perché continuate a guardare verso il cielo?” Avevano domandato loro quegli uomini dall’aspetto angelico, mentre loro, sbigottiti, guardavano verso il luogo della Trascendenza e della Santità e della somma Maestà divina, sgomenti che nulla di così grandioso e solenne sarebbe poi tornato a coesistere con loro. I due ignoti li avevano consolati con la predizione di un ritorno del Signore sulla terra, che di fatto si riteneva ravvicinato nella Chiesa dei primi secoli. La comunità cristiana infatti era convinta che Gesù sarebbe venuto da lì a poco, anche se si misconosceva la data effettiva della sua venuta. Poi ci si rese conto che, piuttosto che attendere un compimento finale misterico e incerto, occorreva impegnarsi, lavorare per attualizzare sempre più la presenza misteriosa ma certa di Gesù, che non se n’era affatto andato, non era scomparso, me era presente lì con loro. Occorreva insomma muoversi, agire e non procrastinare, né tentennare, per testimoniare il Gesù Risorto, poiché Questi aveva promesso: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Non si sa quando avverrà il momento finale dell’incontro con lui; al momento presente occorre motivarci e spronarci a vicenda nelle opere e nelle attività di annuncio.

A donare nuovo slancio e motivazione non poteva essere che lo Spirito Santo. Cioè Dio stesso nella sua identità di Consolatore, Paraclito, Avvocato capace di infondere coraggio, fiducia e zelo apostolico; Dio nella sua identità di Santificatore, perfezionatore e fautore di comunione e di missione. Nell’Antico Testamento appare velatamente come una forza esteriore di cui Dio si serve per intervenire nella creazione e nella vita umana, a volte alla stregua di un soffio o di un alito; Gesù ce ne parla invece in tante occasioni come la Persona divina che sin dall’eternità vincola, quale Amore attivo di Unione, il Figlio al Padre, in modo che Dio, essendo Uno solo e unico, sia allo stesso temo una Comunione di Persone. Grazie al medesimo Spirito però, questa Comunione trinitaria non rimane chiusa in se stessa, ma tutti ne siamo resi partecipi attraverso il Figlio (Verbo Incarnato) Gesù Cristo. La sua azione si diffonde anche nell’ambito della nostra convivenza e in ogni dimensione della storia.

Lo Spirito aveva operato infatti, silente e prosperoso, nell’incarnazione di Gesù Cristo in Maria e aveva profuso ogni beneficio nella meraviglia di una donna che era diventata Madre eppure era rimasta Vergine. Lo stesso Spirito aveva poi istituito Gesù Figlio di Dio nel battesimo al Giordano, conducendolo poi a vincere le terribili tentazioni demoniache nel deserto per poi sostenerlo nella vita pubblica. Lo stesso Spirito che Gesù aveva riconsegnato al Padre al momento della morte e per opera del quale dalla morte Questi era tornato indenne e vittorioso.

Appunto lo Spirito adesso era l’unico che potesse animare e sostenere anche gli apostoli e tutti i discepoli. Perché è proprio grazie a questa Terza Persona della Trinità che noi possiamo percepire che Gesù è con noi, anche se nella forma invisibile e imperscrutabile: in Esso è Gesù stesso che rinnova in noi la fede e l’adesione anche quando queste vengano messe in discussione dalle. Lo Spirito Santo per prima cosa attualizza la presenza del Risorto, facendo sì che lo si possa vivere in pienezza come tale, come il vincitore della morte e fautore della Vita. E’ lo Spirito che “attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio” (Rm 8, 16), dandoci così la certezza di essere figli nel Figlio e pertanto mai abbandonati dal Padre, nel quale ci muoviamo e che nel suo nome testimoniamo e agiamo.

Appunto nel farci fare esperienza di Gesù Risorto, in modo che ci appaia vivo, operante e apportatore di salvezza per nostro mezzo, lo Spirito Santo incute fiducia e vince il timore e la titubanza spronandoci ad agire senza esitazione; allo stesso tempo però ispira anche la prudenza e motiva l’umiltà, rendendoci consapevoli nei nostri immancabili limiti. Ciò per mezzo dei suoi sette “doni” che formano e ispirano di volta in volta la persona in ogni situazione in cui ci si imbatte. Come pure grazie ai carismi specifici che infonde nella Chiesa, affinché diventino ministeri quando vengano esternati e messi in atto.

Siamo incentivati e ci sentiamo rasserenati nella nostra vita di fede, di speranza e di amore e nella perseveranza di testimonianza cristiana; ci sentiamo motivati e condotti a progettare, operare e realizzare, consapevoli che la Terza Persona della Trinità non è affatto avulsa e distaccata, ma per mezzo dei doni succitati dona a tutti l’intuizione e la saggezza per impostare e mettere in atto tutti i nostri propositi, quando questi corrispondano alla volontà di Dio.

Lo Spirito della verità, che scruta anche le profondità di Dio (1Cor 2, 10) ci suggerisce la distinzione obiettiva fra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, in modo da soppesare e valutare prima ancora di lanciarci. In tutto questo c’è lo sprone, la motivazione e la forza per non arrenderci alle negatività e alle aberrazioni di questo mondo, con le quali il Maligno tende a soppiantare in noi ogni forma di ottimismo e di perseveranza nel bene e nella missione di testimonianza.

È così che gli Apostoli, dapprima rinchiusi e pavidi, hanno poi trovato entusiasmante abbandonare il loro nascondiglio per comunicare a tutti i rappresentanti dei popoli presenti a Gerusalemme le grandi opere di Dio, esprimendosi in modo tale che nessuno fosse impedito dall’averne istruzione. A partire dall’arringa che Pietro espone immediatamente dopo, inizia il Tempo della Chiesa che ancora oggi perdura, quello nel quale siamo tutti chiamati a rinnovare le grandi risorse che lo stesso Spirito ci dona per edificare giorno per giorno il Regno che Gesù è venuto ad apportare e che procede verso la meta ultima del compimento definitivo.