I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino. Dopo otto giorni gli fu messo nome Gesù.

PRIMA LETTURA: Nm 6, 22-27

Porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò.

SALMO: (Sal 66)

Dio abbia pietà di noi e ci benedica.

SECONDA LETTURA: Gal 4,4-7

Dio mandò il suo Figlio, nato da donna.

«In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.

Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.

I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo».

Lc 2,16-21

Il nuovo anno solare 2023 si apre con la solennità di Maria Madre di Dio.

Il testo del Vangelo di Luca oltre a riportarci al momento della nascita del Salvatore del Mondo, nel versetto conclusivo fa riferimento all’ottavo giorno della nascita di Gesù, quando, secondo le norme ebraiche, il figlio maschio veniva sottoposto all’usanza della circoncisione e parimenti veniva dato ufficialmente il nome al neonato.

Si sa che per fede e per certezza storica Gesù, Figlio di Dio, è nato da Maria. È da questa eccelsa ed esclusiva prerogativa che derivano alla Vergine tutti i titoli di onore che le vengono attribuiti. Iniziando il nuovo anno, la Chiesa vuole affidare alla protezione della Madonna tutti i giorni e le attività del 2023, che ci auspichiamo possa essere migliore rispetto a quello che sta ormai alle nostre spalle.

Oltre alla celebrazione della solennità della Madre Dio, dal 1° gennaio 1968, la Chiesa cattolica celebra oggi anche la Giornata mondiale della pace. Lo scopo della Giornata è dedicare il giorno di Capodanno alla riflessione ed alla preghiera per la pace. La ricorrenza è stata istituita da papa Paolo VI, oggi santo, e celebrata per la prima volta il 1º gennaio 1968.

Da quell’anno il Papa invia ai capi delle nazioni e a tutti gli uomini di buona volontà un messaggio che invita alla riflessione sul tema della pace, come ha fatto anche quest’anno Papa Francesco, in coincidenza con la 56esima giornata mondiale della pace che ha come tema: “Nessuno può salvarsi da solo. Ripartire dal Covid-19 per tracciare insieme sentieri di pace”.

Il messaggio di quest’anno lega tre importanti verità di fede e devozione mariana: l’Immacolata, la Madre di Dio e la Regina della Pace, perché Maria ha dato alla luce, nel suo grembo verginale, per opera dello Spirito Santo, Gesù Cristo, Figlio di Dio, Principe della pace.

Il Papa parla dell’esperienza triste e sofferta del Covid-19 che ci ha fatto capire come e perché nessuno si salva da solo, ma tutti possiamo e dobbiamo salvarci insieme. Poi si sofferma ampiamente su un altro flagello che ha colpito l’umanità nel 2022 con la guerra in Ucraina, causata dall’invasione militare da parte della Russia di una nazione libera. Una guerra, dice Papa Francesco “in parte paragonabile al Covid-19, ma tuttavia guidata da scelte umane colpevoli. La guerra in Ucraina miete vittime innocenti e diffonde incertezza, non solo per chi ne viene direttamente colpito, ma in modo diffuso e indiscriminato per tutti, anche per quanti, a migliaia di chilometri di distanza, ne soffrono gli effetti collaterali”.

In questo primo giorno dell’anno, la liturgia fa risuonare l’antica benedizione sacerdotale, ascoltata nella prima Lettura: “Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace” (Nm 6,24-26). Questa benedizione fu affidata da Dio, tramite Mosè, ad Aronne e ai suoi figli, cioè ai sacerdoti del popolo d’Israele. È un triplice augurio pieno di luce, che promana dalla ripetizione del nome di Dio, il Signore, e dall’immagine del suo volto. In effetti, per essere benedetti bisogna stare alla presenza di Dio, ricevere su di sé il suo Nome e rimanere nel cono di luce che parte dal suo Volto, nello spazio illuminato dal suo sguardo, che diffonde grazia e pace.

La prima ad essere ricolmata di questa benedizione è stata Maria, la vergine, sposa di Giuseppe, che Dio ha prescelto dal primo istante della sua esistenza per essere la madre del suo Figlio fatto uomo. Tutta la sua vita è nella luce del Signore, nel raggio d’azione del nome e del volto di Dio incarnato in Gesù, il “frutto benedetto del suo grembo”. Così ce la presenta il Vangelo di Luca: tutta intenta a custodire e meditare nel suo cuore ogni cosa riguardante il suo figlio Gesù. La Madre di Dio è la prima benedetta ed è Colei che porta la benedizione; è la donna che ha accolto Gesù in sé e lo ha dato alla luce per tutta la famiglia umana.

È anche l’esperienza che hanno fatto i pastori di Betlemme, che compaiono ancora nel Vangelo di oggi. L’annuncio dell’avvenimento di Dio fatto uomo li ha raggiunti nella notte, nella fatica, nel freddo di una vita quotidiana, forse impegnata solo a sopravvivere. Ma ecco che allo sparire degli angeli, senza indugio, i pastori si incamminano verso Betlemme e trovano Gesù. Fanno l’esperienza di trovare Dio e stare alla Sua presenza ricevendo la sua benedizione non nella sala di un maestoso palazzo, al cospetto di un grande sovrano, bensì in una stalla, davanti ad un “bambino adagiato nella mangiatoia”. Proprio da quel Bambino si irradia una luce nuova, che risplende nel buio della notte. È da Lui, ormai, che viene la benedizione: dal suo nome – Gesù, che significa “Dio salva” – e dal suo volto umano, in cui Dio, l’Onnipotente ha voluto incarnarsi, per rivelarci pienamente la sua bontà.