Chi osserva i comandamenti del Signore, rimane nel suo amore.

PRIMA LETTURA: Os 2, 14-15. 19-20

Ti farò mia sposa per sempre.

SALMO: (Sal 44)

Ecco lo sposo: andate incontro a Cristo Signore!

SECONDA LETTURA: 2 Cor 4, 6-10. 16-18

La vita di Gesù si manifesta nei nostri corpi.

«In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da sé stesso, se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me, viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.

Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.

Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti dei Padre mio e rimango nel suo amore».

Gv 15, 4-10

Oggi, il giorno di Santa Chiara d’Assisi (c. 1194-1253), abbiamo sentito un frammento del Vangelo di Giovanni nel contesto dell’Ultima Cena, in cui Gesù, dicendo addio ai suoi, in procinto di partire, dice un nuovo modo di essere uniti a Lui. Egli parte fisicamente, ma possiamo essere con Lui mistica e sacramentalmente.

In un frammento così breve siamo colpiti dalla ripetizione della frase “essere nel” (o “rimanere nel” e “mantenersi nel”, in base alle diverse versioni). Non dice “con”, ma “nel”. Non una singola compagnia, ma un’intimità profonda, comunione di vita con Gesù, come quella della vite e dei tralci.

Papa Francesco ha detto commentando questo stesso passaggio: «Gesù è la vite, e attraverso di Lui – come la linfa nell’albero – passa ai tralci l’amore stesso di Dio, lo Spirito Santo. Noi riceviamo la pienezza dello Spirito Santo, quando “siamo in” o “Rimanete in” Lui.

Questa è la sintesi concentrata della vita di Santa Chiara: “essere in” Dio, espresso nell’unione tra i tralci e la vite, è descritto da Chiara nella sua quarta “Lettera a Sant’Agnese di Praga”, dove spiega come lei stessa vive questa unione: «il suo amore cattura, la sua contemplazione nutre, la sua benignità riempie e la sua morbidezza sazia; il suo dolce ricordo illumina, il suo profumo farà rivivere i morti e la sua visione gloriosa renderà felici tutti i cittadini della Gerusalemme celeste».

Il Vangelo suggerisce una gradazione fino arrivare al cuore della vita in Dio: “essere in” inizia come una compagnia, presenza, interiorità; dopo ‘e circolazione d’amore, Agape, pienezza, comunione; e termina nel frutto condiviso: la frutta appartiene alla vite, ma si manifesta, cresce e matura nei tralci.

Tutto fa pensare che la perseveranza in questo intercambio di vita: «rimanete nel» (Gv 15,9) mio amore.