Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno.

PRIMA LETTURA: At 3,13-15.17-19

Avete ucciso l’autore della vita, ma Dio l’ha risuscitato dai morti.

SALMO: (Sal 4)

Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto.

SECONDA LETTURA: 1Gv 2,1-5a

Gesù Cristo è vittima di espiazione per i nostri peccati e per quelli di tutto il mondo.

«In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano con loro] ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».

Lc 24,35-48

La resurrezione, non significa che Gesù è tornato dalla morte alla vita terrena, come quella che ha vissuto prima con i suoi discepoli e destinata di nuovo alla morte. Significa invece che a lui, che è morto in croce ed è stato sepolto, Dio ha dato una vita nuova, definitiva che supera la morte. Gesù è venuto incontro ad essi con una nuova e definitiva esistenza e realtà. Gesù, infatti, li chiama a testimoniare la sua potenza, in parole e opere.

1.- «Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”» (Lc 24,36).

I discepoli sono stati profondamente delusi dalla morte in croce di Gesù e hanno rinunciato alle loro attese (24,20-21). Sanno della tomba vuota e delle interpretazioni di questo fatto; ma ciò non basta per arrivare alla fede nella resurrezione. Gesù prende l’iniziativa e si presenta loro. Fa fatica a vincere il loro spavento, i loro dubbi e a convincerli che è proprio lui in persona e non un fantasma.

Il Signore risorto rivolge questo saluto ai suoi discepoli: «Pace a voi!».  La sua pace è il suo dono pasquale. Colui che è stato condotto in modo tremendo e violento alla morte, sta davanti a loro come il Vivente, che ha superato la morte e non può più morire. Il dono pasquale di Gesù non è la pace di una vita indisturbata, ma la pace vissuta nella sicurezza e protezione che provengono dalla potenza e dall’amore di Dio. Il fondamento di tale saluto e di tale dono è il Risorto stesso nella sua nuova vita.

2.- «Poi disse: “Sono queste le parole che vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi» (Lc 24,44).

Gesù, il Risorto, spiega ai discepoli che l’intero suo cammino è stato voluto da Dio, e fa capire il senso delle Scritture, come aveva fatto con i due discepoli di Emmaus. Anche la sua morte e la sua resurrezione fanno parte del messaggio che deve essere annunziato a tutti i popoli (v 47). A testimonianza di Gesù i discepoli devono annunciare a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati. Tutti gli uomini devono convertirsi a Dio, che ha dimostrato il suo amore e la sua potenza attraverso l’opera di Gesù fino alla morte in croce e la sua resurrezione. Devono rivolgersi con fiducia a questo Dio. Egli perdonerà i loro peccati e donerà loro la piena comunione con sé.

3.-«E nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme» (Lc 24,47).