Nono Giorno:
Preghiera Iniziale
Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. Il Signore vi benedica e vi custodisca. Vi mostri la sua faccia e abbia misericordia di voi.
Volga verso di voi il suo volto e vi dia pace, sorelle e figlie mie, e a tutte le altre che verranno e rimarranno nella vostra comunità, e alle altre ancora, tanto presenti che future, che persevereranno fino alla fine negli altri monasteri delle povere dame.
Io Chiara, ancella di Cristo, pianticella del beatissimo padre nostro san Francesco, sorella e madre vostra e delle altre sorelle povere, benché indegna, prego il Signore nostro Gesù Cristo, per la sua misericordia e per l’intercessione della santissima sua genitrice, santa Maria, e del beato Michele arcangelo e di tutti i santi angeli di Dio, del beato Francesco padre nostro e di tutti i santi e le sante, che lo stesso Padre celeste vi dia e vi confermi questa santissima benedizione sua in cielo e in terra: in terra, moltiplicandovi nella grazia e nelle sue virtù fra i servi e le ancelle sue nella Chiesa sua militante; e in cielo, esaltandovi e glorificandovi nella Chiesa trionfante fra i santi e le sante sue. Vi benedico nella mia vita e dopo la mia morte, come posso, con tutte le benedizioni, con le quali il Padre delle misericordie ha benedetto e benedirà i suoi figli e le sue figlie in cielo e sulla terra, e con le quali il padre e la madre spirituale ha benedetto e benedirà i figli suoi e le figlie spirituali. Amen. Siate sempre amanti delle anime vostre e di tutte le vostre sorelle, e siate sempre sollecite nell’osservare quelle cose che avete promesso al Signore.
DEL MARAVIGLIOSO AVVENIMENTO DE LA CORTE CELESTIALE AL FELICE TRANSITO DE SANTA CHIARA
SORA BENVENUTA DE MADONNA DIAMBRA DE ASSISI:
3082 Anche disse essa testimonia che, la sera del venardì seguendo lo dì del sabato, lo quale fu lo terzo dì innanti alla morte de la beata memoria de madonna santa Chiara, era la sera dell’8 agosto 1253, essa testimonia con altre Sore, lacrimando per lo transito de tale e tanta loro madre, sedeva appresso lo letto de essa madonna. E, non parlandole persona alcuna, essa madonna incominciò a commendare l’anima sua, dicendo così: «Va’ in pace, perché averai bona scorta; però che quello che te creò, innanti te previde da essere santificata; e poi che te ebbe creata, infuse in te lo Spirito Santo; e poi te ha guardata come la madre lo suo figliolo piccolino». Et adomandando una Sora, chiamata sora Anastasia, la preditta madonna a chi essa parlasse e dicesse quelle parole, essa madonna respose: «Io parlo a l’anima mia benedetta».
3083 Et allora essa testimonia incominciò sollicitamente a pensare de la molta e maravigliosa santità de essa madonna Chiara; et in quella cogitazione le pareva che se movesse tutta la corte celestiale, e se apparecchiasse ad onorare questa santa. E specialmente la nostra gloriosa madonna beata Vergine Maria apparecchiava de li suoi vestimenti, per vestire questa novella santa. E mentre che essa testimonia stava in questa cogitazione et immaginazione, subito vide con gli occhi del capo suo una grande multitudine de vergini, vestite de bianco – le quali avevano tutte le corone sopra li capi loro -, che venivano et intravano per l’uscio de quella stanza dove giaceva la preditta madre santa Chiara. Intra le quali vergini era una maggiore e sopra e più che dire non se poteria, sopra tutte le altre bellissima, la quale aveva nel suo capo maggiore corona che le altre. E sopra la corona aveva uno pomo de oro, in modo de uno turibolo, dal quale usciva tanto splendore, che pareva illustrasse tutta la casa.
Le quali vergini se approssimarono al letto della detta madonna santa Chiara, e quella Vergine che pareva maggiore in prima la coperse nel letto con un panno suttilissimo, lo quale era tanto suttile che per la sua grande suttilitade essa madonna Chiara, benché fusse coperta con esso, nondimeno se vedeva.
Da poi essa Vergine delle vergini, la quale era maggiore, inchinava la faccia sua sopra la faccia della preditta vergine santa Chiara, ovvero sopra el petto suo, però che essa testimonia non podde bene discernere l’uno da l’altro; la quale cosa fatta, tutte sparirono.
Adomandata se essa testimonia allora vegliava ovvero dormiva, respose che vegliava e bene, e fu la sera de notte, come è detto.
Adomandata chi ce era presente, respose che ce erano più Sore, de le quali alcune dormivano et alcune vegliavano; ma non sapeva se esse videro quelle cose che vide lei; però che essa testimonia non le revelò mai più a persona, se non ora.
Adomandata quando e de che dì fu questo, respose: de venardì, la sera, et essa santissima madonna Chiara morì poi lo lunedì sequente.
SORA AMATA DE MESSERE MARTINO DA COCCORANO:
3017 Anche disse che, essendo essa madonna Chiara presso al fine de passare de questa vita, cioè el venardì prossimo innanti la sua morte, disse alla testimonia che era rimasta sola con lei: «Vedi tu lo Re della gloria, lo quale vedo io?».
E questo le disse più volte, e pochi dì da poi spirò.
SORA FILIPPA FIGLIOLA GIÀ DE MESSERE LEONARDO DE GISLERIO:
2990 Et messere Innocenzio papa la venne a visitare, Innocenzo IV fu ad Assisi nell’aprile del 1253; poi nel maggio e dal luglio al 6 ottobre. La Vita Innocentii IV di frate Niccolò da Calvi (F. PAGNOTTI, Niccolò da Calvi e la sua Vita d’Innocenzo IV, in Archivio della Soc. Romana di storia patria 21[1898], 4-120) ricorda due visite di Innocenzo alla Santa. La LegsC 41.42, FF 3240-3243, riporta l’episodio con maggiore ampiezza essendo inferma gravemente. Essa disse poi alle Sore: «Figliole mie, rendete laude a Dio, però che el cielo e la terra non basterà a tanto benefizio che ho recevuto da Dio, imperò che oggi ho recevuto Lui nel Santo Sacramento et anche ho veduto lo suo Vicario».
Adomandata come sapesse le dette cose, respose: perché le vide e fu presente.
Adomandata quanto tempo fu questo, innante alla morte de essa madonna Chiara, respose: pochi dì.
2986 Anche disse essa testimonia che, essendo la preditta madonna et santa Madre presso alla morte, una sera de notte seguendo el sabato. E’ la notte tra il venerdì e il sabato prima della morte di Chiara, cioè la notte tra 1’8 e il 9 agosto 1253. Indubbiamente le testimonianze sulla morte di Chiara, nel Processo, sono tra le più belle: cf. anche IV, 19; XI, 3.4. Lo spirito della «pianticella» (plantula) di san Francesco è tutto in quel sentirsi amata dal suo Signore con lo stesso amore con cui una madre ama il suo figliolo piccolino: «e sempre te ha guardata come la madre lo suo figliolo piccolino» (XI, 3). Davanti a sorella morte, che viene nella gioia, Chiara rivela il suo essere: «un arcobaleno di preghiera, una parola d’amore sempre viva davanti all’Altissimo, un “grazie” gioioso e infantile che sboccia tra le piccole essenziali cose della vita ed echeggia immenso nel cielo del Padre, ed ha nome contemplazione» (G. MANCINI, Contemporaneità di santa Chiara, in Santa Chiara d’Assisi. Studi e cronaca del VII centenario. 1253-1953, Assisi 1954, 40), essa beata Madre incominciò a parlare, dicendo così: «Va’ secura in pace, però che averai bona scorta: però che quello che te creò, innanti te santificò; e poi che te creò, mise in te lo Spirito Santo e sempre te ha guardata come la madre lo suo figliolo lo quale ama». Et aggiunse: «Tu, Signore, sii benedetto, lo quale me hai creata».
E molte cose disse parlando de la Trinità, così sutilmente che le Sore non la potevano bene intendere.
2987. E dicendo essa testimonia ad una Sora che era lì: «Tu, che hai bona memoria, tieni bene a mente quello che la madonna dice»: et essa madonna udì quella parola e disse alle Sore che erano lì presenti: «Tanto terrete a mente queste cose, che ora dico, quanto ve concederà quello che me le fa dire».
2988. Anche una sora, chiamata sora Anastasia, adomandò essa madonna co chi o ad chi parlava quando disse le prime parole decte de sopra; a la quale epsa respose: “Io parlo a l’anima mia”.
2989. Et agionse epsa testimonia, che per tucta la nocte de quello dì, nel quale epsa passò de questa vita, admonì le Sore predicando a lloro. Et nella fine fece la confessione sua tanto bella et bona, che epsa testimonia non la haveva mai udita tale. Et questa confessione fece perché dubitava non avere offeso in qualche cosa la fede promessa nel baptisimo.
Adomandata como sapesse le dicte cose, respose, perché le vidde et fu presente. –
2998. Et nella fine de la vita sua, chiamate tucte le Sore suoi, lo’ recomandò attentissimamente lo Privilegio de la povertà. Et desiderando epsa grandemente de havere la Regola de l’Ordine bollata, pure che uno di se potesse ponere epsa Bolla alla boccha sua, et poi de l’altro dì morire; et como epsa desiderava, così li adivenne, imperò che venne uno Frate con le lectere bollate, le quale epsa reverentemente pigliando, ben che fusse presso alla morte, epsa medesima se puse quella Bolla alla boccha per basciarla.
Et poi lo di seguente passò de questa vita al Signore la predicta madonna Chiara, veramente chiara sença macula, sença obscurità de peccato, alla clarità de la eterna luce. La quale cosa epsa testimonia et tucte le Sore et tucti li altri che cognobbero la sanctità sua tenghono indubitatamente.
SORA AGNESE GIÀ FIGLIOLA DE MESSERE OPORTULO DE BERNARDO DE ASSISI
3078. Anche disse che, essendo essa santa Chiara in transito, ammoniva essa testimonia e le altre Sore che stessero alla orazione, e che essa testimonia dicesse la orazione de le cinque piaghe del Signore. Quanto si sa di questa orazione delle cinque Piaghe del Signore, citata pure dalla LegsC 30, FF 3216, è raccolto da Z. LAZZERI, L’orazione delle cinque piaghe recitata da santa Chiara, inAFH 16 (1923), 246-249. Il Lazzeri ne dà pure la redazione latina del codice di Volterra della Vita mirabile della Serafica Madre santa Chiara d’Assisi, di frate Mariano da Firenze, della prima metà del ‘500. Da nessuna fonte risulta che santa Chiara stessa abbia composto queste orazioni, ma solamente che le recitava, e certo in una redazione meno pesante di quella consegnataci dalla tradizione. E come se poteva comprendere, però che parlava molto piano, essa reteneva continuamente la passione del Signore nelle labbra sue; e così el nome del nostro Signore Iesu Cristo.
E circa la ultima parola che la santa madre disse alla detta testimonia, fu questa: Pretiosa in conspectu Domini mors sanctorum eius (Sal 115,15).
Preghiera Finale:
Litanie di Santa Chiara:
Santa madre nostra Chiara prega per noi
Pianticella del beatissimo padre Francesco
Dolce orma della Madre di Dio
Sposa, madre e sorella del Signore nostro Gesù Cristo
Figlia del Re dei re
Umilissima ancella di Cristo
Serva e ancella di tutte le Sorelle
Sorella degna d’amore
Pellegrina e Forestiera in questo mondo
Donna forte nelle tribolazioni
Donna paziente nella infermità
Chiara, luminosa per chiari meriti,
Chiara, vigilante nel dovere
Chiara, premurosa nel servizio
Chiara, cauta nelle esortazioni
Chiara, caritatevole nell’ammonire
Chiara, moderata nel correggere
Chiara, temperata nel comando
Chiara, ammirevole per compassione
Chiara, amata come il Figlio piccolino
Chiara, che ami e nutri le tue figlie
Chiara, che hai perseverato sino alla fine
Chiara, sorella e madre nostra.
Preghiamo: I santi sono i veri portatori di luce all’interno della storia perché sono uomini e donne di speranza e di amore. Lasciamoci illuminare da Chiara, donna radicata nel mistero di Dio e innamorata del Crocifisso povero e, chiediamo a lei di intercedere per noi un cuore docile allo Spirito del Signore e alla sua santa operazione perché la Parola del Vangelo, il Figlio di Dio, prenda forma anche nella nostra vita. Per Cristo nostro Signore. Amen