Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.
PRIMA LETTURA: Ml 3,19-20a
Sorgerà per voi il sole di giustizia.
SALMO: (Sal 97)
Il Signore giudicherà il mondo con giustizia.
SECONDA LETTURA: 2 Ts 3,7-2
Chi non vuole lavorare, neppure mangi.
«In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
Lc 21,5-19
La penultima domenica dell’anno liturgico ci offre come testo del Vangelo di Luca uno dei più completi da un punto di vista dottrinale. Gesù, infatti, ascoltando alcuni che parlavano del tempio di Gerusalemme, nel modo da esaltarne la bellezza, la ricchezza, la grandiosità, in quanto era ornato di belle pietre e di doni votivi, interviene per precisare una verità di fondo: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Non si tratta solo di un’allusione alla distruzione del tempio di Gerusalemme, soggetto più volte a queste prove, ma è un chiaro avvertimento, di carattere apocalittico, nel quale il Maestro vuole insegnare a chi lo ascolta di non illudersi e di non pensare oltre quello che è destinato alla fine totale.
Fatto riferimento alla distruzione generale, viene spontanea la domanda a Gesù: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?».
Gli interlocutori di Gesù vogliono conoscere il tempo preciso e l’esatto modo in cui tutto questo avverrà. Anche in questo caso Gesù non risponde direttamente precisando tempi e modi, ma approfitta per dettare una lezione di vita, di storia, di speranza e di apertura all’eternità.
Prima cosa che Gesù raccomanda a coloro che lo hanno interrogato: «Badate di non lasciarvi ingannare”.
Il motivo del facile inganno è precisato dal gatto che “molti verranno nel suo nome dicendo: “Sono io” il Salvatore, il Messia, aggiungendo un invito preoccupante circa la vicinanza del tempo della fine.
Gesù li ammonisce con queste parole: Non andate dietro a loro! Perché sono falsi e menzogneri, travisano la verità e si assumono compiti e profezie che non possono assolutamente possedere, in quanto tutto è nelle mani di Dio e solo lui conosce la fine.
Mette, quindi, in guardia quanti hanno nel cuore la facile attesa della fine di ogni cosa: “Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Lo possiamo ben capire anche noi uomini del XXI secolo. La storia di questa umanità è segnata da guerre, come quella che si sta combattendo nel cuore dell’Europa in questi mesi, o altri da diversi anni in altre parti del mondo, eppure siamo ancora tutti qui.
Certo ci fa paura una catastrofe nucleare causata dall’uso di bombe atomiche come continuamente sentiamo dire da mesi. E questo certamente non ci fa vivere sereni. Di rivoluzioni, poi, ce ne sono state di qualsiasi genere e non solo quelle di natura bellica, Eppure è rimasto immutato il corso della storia dell’umanità. Forse sono cambiate i modi di vivere, la politica, i sistemi sociali, è cambiata anche la chiesa, ma alla fine l’uomo rimane sempre lo stesso, ovvero in conflitto con la sua persona e con il mondo intero.
L’uomo quindi si fa guerra continuamente. Tanto è vero che Gesù stesso anticipa ciò che avverrà e di fatto sta avvenendo da sempre nell’umanità: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo”.
La descrizione abbastanza angosciante di ciò che ci aspetta, in parte l’abbiamo già sperimentato anche noi uomini di questo secolo. Terremoti, carestie e pestilenze fanno parte della nostra esperienza di uomini evoluti e tecnologici che di fronte ad una pandemia da Coronavirus si sono scoperti fragili, incapaci e soccombenti. Anche in questi giorni ci sono stati terremoti in Italia.
Gesù poi nel testo drammatico di questo brano lucano parla di quelle che sono state le persecuzioni, contro i credenti e contro la chiesa. Cosa che non è mai finita. Infatti, Gesù ci prepara spiritualmente a difendere ciò che è davvero importante per un credente quando essi saranno consegnati alle autorità civili e politiche per motivi religiosi. “Avrete allora -dice Gesù- occasione di dare testimonianza”.
Chi ha fede non ha paura di coloro che uccidono il corpo, ma piuttosto il cuore e l’anima. Per meglio dare una buona testimonianza della propria fede, Gesù consiglia pure di non preparare prima la propria difesa, in quanto in quel momento Egli ci darà la parola giusta e sapienza adeguata, in modo che tutti gli avversari non potranno resistere né controbattere alle parole che vengono dall’alto.
E poi un avvertimento molto preciso per dirci di stare attenti e vigilanti anche con chi ci sta vicino; “Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome”. Ma alla fine non prevarranno in quanto “nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto”. Chiara allusione alla protezione del cielo nei momenti più difficili della nostra vita. Alla fine di tutto il suo ragionare, Gesù vuole metterci in guarda, proteggerci e assicurarci un futuro veramente bello. Egli ci rassicura che con la nostra perseveranza nella fede salveremo la vostra vita. Non perché vivremo a lungo degli altri, più felici di tanti infelici, oppure senza prove ed afflizioni, senza problemi, malattie e cose simili, ma semplicemente ci vuole dire che la nostra vita è bella perché destinata a continuare a vivere davvero e per sempre in eterno.