L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto.
PRIMA LETTURA: Gc 5,9-12
Ecco, il giudice è alle porte.
SALMO: (Sal 102)
Misericordioso e pietoso è il Signore.
Oppure:
Il Signore è grande nell’amore.
Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, gli domandavano se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
Mc 10,1-12
Dalla Galilea Gesù scende nuovamente in Giudea e torna sulla sponda orientale del fiume Giordano dove era stato battezzato dal Battista e da dove era iniziata la sua missione. Il luogo menzionato da Marco ricorda il fatto narrato nel libro di Giosuè in cui il successore di Mosè, prima di attraversare il fiume per entrare nella Terra promessa, chiede al popolo di fare definitivamente una scelta di servizio tra il Dio d’Israele, che l’ha liberato dall’Egitto e lo ha condotto attraverso il deserto fino a quel punto, e gli idoli delle nazioni straniere che avrebbero dovuto lasciarsi alle spalle.
Si tratta del deserto, luogo in cui Dio, come uno sposo che sta per introdurre la sua sposa in casa e unirsi con lei, chiede al popolo il suo consenso: vuoi amarmi, vuoi unirti a me? Il deserto ricorda la prova a cui Dio è sottoposto dal popolo quando chiede conto della sua fedeltà. Così i farisei, mettendo alla prova Gesù, gli chiedono di dimostrare la sua fedeltà alla legge.
Scaltri, come sono, la prendono alla larga e con quella domanda capziosa vorrebbero dimostrare l’infedeltà di Gesù e la non credibilità del suo insegnamento per poter giustificare il rifiuto, già deciso in cuor loro. Gesù oppone la sapienza alla scaltrezza; coglie l’occasione, non per difendersi e neanche per attaccare, ma per evangelizzare, cioè portare il primo annuncio, l’annuncio fondamentale: Dio ama l’uomo di un amore eterno.
Gesù ricorda, citando il libro della Genesi, che il fondamento dell’amore tra un uomo e una donna è l’amore di Dio. Non si può amare per comando, né la crisi in una coppia può essere risolta in punta di diritto. La legislazione umana al massimo può contenere il male, ma non può generare il bene.
È vitale andare alla radice della vita; quando in una relazione le fondamenta sono scosse, sono proprio queste che vanno poggiate nuovamente sulla roccia dell’amore di Dio. In ogni relazione interpersonale, e nella coppia di sposi in particolare, le crisi sono normali, ma perché non diventino fratture insanabili, bisogna rispondere alla domanda dello Sposo: vuoi unire la tua vita alla mia?
Solo in Cristo, sposo dell’umanità, si potrà rinnovare e rifondare la propria scelta di amare l’altro. Ogni crisi è sempre un passaggio. Chi passa con Cristo, procede ed entra nella terra promessa, chi si lascia ispirare delle norme degli uomini, regredisce e rende il suo cuore sempre più duro.
Gesù arriva per dare compimento alla legge di Mosè e non per annullarla; in questo senso, in alcune occasioni, i suoi gesti e le sue parole sottolineano i limiti di una norma che presa di per sé non può esaurire tutto quel che c’è da dire a proposito dell’uomo e delle relazioni umane o, come in questo caso, della relazione con Dio.
Se infatti la religione si limitasse ad essere procedimento, applicazione di alcune regole e null’altro, si rischierebbe di incappare nell’aridità della sola giurisprudenza. La vita, invece, è molto più cangiante e vivida di quel che può prescrivere o tenere in considerazione una legge.
Allo stesso modo, gli esseri umani hanno sfumature più profonde e le loro azioni non possono essere incasellate unicamente in quanto dettato da alcune norme. Esse sono certamente necessarie per regolare la vita dell’uomo, ma non di per sé esaurienti.
In questo senso, Gesù, diversamente da quanto prescritto, ammette che ci siano dei legami che vadano oltre a ciò che l’uomo ha stabilito. Da questo punto di vista, un patto stretto di fronte a Dio è un patto che non ha più a che vedere con i due soli contraenti, ma anche con il Signore.
Il brano ci porta di conseguenza a soffermarci con attenzione attorno a quel che offriamo, alle promesse che di fronte a Lui stringiamo o che a Lui presentiamo, e la maniera che abbiamo di offrirgli il massimo di quel che possiamo in relazione ad esse.