Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così.
Presi Abramo, vostro padre, da oltre il Fiume; vi feci uscire dall’Egitto; vi feci entrare nella terra.
SALMO: (Sal 135)
Il suo amore è per sempre.
Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?».
Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio».
Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi».
Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».
Mt 19,3-12
Gesù, interrogato sulla liceità del ripudio, rintraccia nel racconto della creazione non un inizio, ma il principio, cioè il fondamento della vita dell’uomo e della legge stessa. L’origine dell’uomo e della donna è diversa da quella dalle altre creature perché la loro nascita non avviene per separazione ma per unione.
Il maschio e la femmina non sono chiamati semplicemente a coesistere ma a convivere. L’uomo e la donna per esistere quale immagine e somiglianza di Dio, devono essere uniti. Questo vuol dire che per l’uomo vivere non consiste solamente nello svolgere le funzioni vitali procurandosi da mangiare, ma significa amare unendosi l’uno all’altro; senza una relazione che mira all’unità della comunione l’uomo regredisce fino alla morte.
Il matrimonio diventa dunque la risposta che l’uomo dà alla sua vocazione ad essere in comunione con gli altri. Non si tratta di assecondare il proprio istinto ma di una scelta consapevole che nasce dalla umile consapevolezza di non poter bastare a sé stesso. La norma emanata da Mosè non è una forma di giustificazione della pratica del ripudio ma una denuncia della durezza del cuore dell’uomo che tenta di dominare sulla donna o viceversa. Il ripudio non mette la parola fine ad una relazione, ma alla vocazione dell’uomo di costruire la comunione. Il ripudio è un atto anti-creativo.
I motivi del conflitto sono tanti quante sono le differenze tra le persone. Nel suo cuore ognuno deve scegliere se considerarle come motivi utili di conflitto o ragioni valide per costruire la comunione. Un cuore, reso duro dalla mancanza di comunione con Dio, si trincera dietro i limiti altrui per giustificare la rinuncia ad amare l’altro.
Colui che si fa eunuco per il Regno dei cieli vive il proprio stato di vita non come rinuncia ma come dono totale di sé. Farsi eunuco significa rinunciare ad usare la propria carica aggressiva (la passione) per sedurre e servirsi delle persone, ma incanalarla nella cura che ad esse riserva.
L’eunuco per il Regno dei cieli, cioè l’umile, riconosce nelle differenze e nei limiti non un disvalore o un problema, ma un’occasione per realizzare la propria vocazione alla comunione. La comunione non si regge sulla gratificazione, ma sul dono reciproco possibile nella misura in cui si rinuncia alla propria volontà di potenza, all’autoreferenzialità e volontariamente ci si rende «mancante» per unirsi all’altro.
Secondo il comando di Dio l’uomo deve lasciare il padre e la madre non per ripudiarli ma per creare quel vuoto necessario nel quale far nascere una nuova vita. Separarsi dai genitori non significa liberarsi di loro ma diventare più liberi per donarsi. Il ripudio va nella direzione opposta al senso della maturità della libertà.
Questa verità è possibile capirla e viverla solo se si segue Gesù fino alla fine, fino alla croce, lì dove Lui si è fatto «eunuco per il regno dei cieli». La rinuncia al dominio sugli altri diventa volontà di servirli, la tristezza dell’abbandono degli uomini è motivo per abbandonarsi nelle mani di Dio, il rifiuto dei fratelli si trasforma in scelta di amarli fino alla fine.