Va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello.
PRIMA LETTURA: Ez 18,21-28
Forse che io ho piacere della morte del malvagio, o non piuttosto che desista dalla sua condotta e viva?
SALMO (SAL 129)
Se consideri le colpe, Signore, chi ti può resistere?
“In quel tempo,
Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non
entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà
essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio
fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello:
“Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà
destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello
ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’
prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui,
perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu
venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non
avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».”
“Ma io vi dico” è la dichiarazione solenne al compimento della legge che Gesù è venuto a rivelare, manifestandolo con la sua vita. “Avete inteso che fu detto agli antichi: non uccidere”, ma non c’è posto neppure per l’ira contro il fratello.
C’è da smarrirsi di fronte a questo Vangelo. Ma allora chi si può salvare?
Gesù di fronte a questa nostra impotenza, non si impietosisce. Non ci richiede le nostre scuse per la sua morte in croce, ci ha comandato solo di amarci come egli ci ha amato, e in più ci fa dono del suo Spirito, perché potessimo realizzare tale amore, tale autentica trasformazione.
Da questo si distinguono i veri discepoli del Signore: che nello Spirito di Dio non si lasciano portare dall’ira, dal disprezzo, dall’aggressività. Risuoni pure dentro di noi, “se la vostra giustizia non sarà superiore a quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli”!
Abbiamo bisogno continuamente di scrollarci di dosso la nostra “giustizia” per non lasciar affiorare nei nostri rapporti cristiani l’invidia, la gelosia, la critica, le maldicenze, il giudizio, l’aggressione.
Noi abbiamo bisogno di ricuperare l’amore e la pace come il Signore Gesù li ha vissuti in concreto. Con il nostro Battesimo portiamo a maturazione, a compimento quei semi che la divina Provvidenza ha infuso nei nostri cuori.
Al dire dell’evangelista Giovanni: “noi passiamo continuamente dalla morte alla vita perché amiamo i nostri fratelli”.