Napoli, 26 febbraio-20 luglio 1935. Summarium degli atti processuali sulla ricognizione del cranio della Venerabile Maria Lorenza Longo ovvero “Processiculus recognitionis et depositi canonici capitis Venerabilis Serva Dei Mariae Laurentiae Longo, Fundatricis nosocomii Incurabilium, Neapoli die 18 maii auctoritate apostolica constructus, anno a partu Virginis 1935” (Napoli, Archivio Storico Diocesano, Processi di Canonizzazione, n. 311.

Il giorno 18 maggio 1935 il vicario generale Giuseppe Maria De Nicola, costituito delegato vescovile, e Giuseppe Petriccione, promotore di giustizia, con il notaio Ludovico Scotti, si recano presso il monastero delle Cappuccine per eseguire la ricognizione e la nuova tumulazione del cranio della Venerabile Maria Lorenza Longo. Qui giunti, dopo la consueta preghiera, iniziano l’interrogatorio della badessa Maria Anna del Viscio e della vicaria Maria Giuseppina Cappa, che emettono il giuramento e poi cosí rispettivamente dichiarano:

[3r] Il cadavere della Serva di Dio Maria Lorenza Longo, subito dopo la morte, fu sepolto nel cimitero della comunità in questo monastero. Non so dove si trovi al presente, se frammisto agli altri cadaveri di nostre suore oppure sia stato portato altrove. Presso la nostra comunità si tiene conservato un teschio ed è quello della Venerabile nostra Fondatrice. Cosí vuole la tradizione antichissima, secolare in nostra comunità. Anche io ritengo che questo teschio che conserviamo è quello della Serva di Dio Maria Lorenza Longo, e ciò per tre motivi: innanzi tutto la tradizione ininterrotta; secondo, la cassetta che conservava questo teschio portava l’iscrizione del nome: “Teschio della Venerabile Serva di Dio Maria Lorenza Longo”; terzo, le molte grazie ottenutesi dal Signore per le preghiere fatte davanti a questo teschio, e quindi s’intende davanti al cadavere della Serva di Dio Maria Lorenza Longo. Il teschio in parola è quello che trovasi ora qui alla nostra presenza. Depongo ciò per averlo udito in comunità dalle suore anziane. E questa è la verità, non avendo altro da aggiungere, togliere o modificare.

[firma autografa] Suor Maria Anna Del Viscio, Abbadessa Cappuccina

[3v] Il cadavere della Serva di Dio Maria Lorenza Longo subito dopo la morte venne sepolto nell’ossario della nostra comunità in questo monastero. Anche al presente trovasi ivi, ma frammisto ai cadaveri di altre nostre suore, senza potersi distinguere. E mai è stato trasferito altrove. Il teschio del cadavere della Serva di Dio si conserva separatamente da questa nostra comunità. E una tradizione antichissima ed ininterrotta tramanda a noi la notizia che in un tempo di rivoluzione il prefetto della provincia comandò l’unione di tutti gli scheletri in un ossuario comune della nostra comunità. Allora una suora mise in salvo il teschio della Venerabile, separandolo e conservandolo di nascosto, ed è questo che al presente noi suore conserviamo ancora. Io ritengo che questo sia veramente il teschio della Venerabile Serva di Dio Maria Lorenza Longo, e ciò per tre motivi: il primo è la tradizione; secondo, che la cassetta che conserva questo teschio portava la dicitura: teschio della Venerabile Serva di Dio Maria Lorenza Longo; terzo si è che molte persone, raccomandandosi a questo teschio, hanno ottenuto grazie dal Signore. E questa è la verità, non avendo altro da aggiungere, togliere o modificare.

[firma autografa] Suor Maria Giuseppina Cappa Vicaria Cappuccina.

Dopo queste dichiarazioni il delegato vescovile Giuseppe Maria De Nicola proibisce sotto pena di scomunica di togliere o manomettere alcunché da tale reliquia. Quindi vengono ammessi i due medici Gennaro Persico e Antonio Amitrano, i quali emettono il giuramento di conservare il segreto e di dire la verità sulla ricognizione e descrizione dello stato del cranio.

[4v] Dein manus opere admoventes, cranium Venerabilis Servae Dei in praedicta tabula sindone cooperta expositum, perquam accurate et diligenter inspexerunt et examinarunt, et de eius statu [5r] et conditione iuratam relationem scripto dederunt, quam perlectam et a se subscriptam, mihi notario de ordine tradiderunt in calce huius instrumenti adnectendam. Insuper iidem domini periti cranium Venerabilis Servae Dei in nova capsa consulto parata propriis manibus composuerunt. Ego vero notarius eadem in capsa ad futuram rei memoriam laminam ad instar cylindri reposui, vitto et cannabo circumligatam et sigillo Eminentissimi et Reverendissimi Cardinalis Alexii Ascalesi archiepiscopi Neapolitani in cera rubra hispanica impresso obsignatam, cum epigraphe ab intra in charta tenoris sequentis:

“En cranium Venerabilis Servae Dei Mariae Laurentiae Longo, uti ex diuturna et ininterrupta traditione asseritur. Neapoli, die 18 mensis maii 1935.

Canonicus Ioseph Maria De Nicola Vicarius Generalis Delegatus

Canonicus Ioseph Petriccione Fidei Subpromotor

Canonicus Ludovicus Scotti Notarius Actuarius

Canonicus Salvator Massa Notarius adiunctus

Padre Aurelio da Roccabascerana cappuccino testimone

Padre Giulio da Perugia cappuccino testimone”.

Praedicta autem urna seu capsa e limneo nucis, longa cm. 42, lata cm. 30, alta cm. 30, et praedicti Eminentissimi Domini sigillo obsignata, bene clausa fuit una clavi, quam penes me retinui in calce huius [5v] instrumenti assuendam, et variis in locis nempe tribus in partibus super cuperculo et ante seram super vittis e cannabo quibus fuerat circumligata, sigillis ut supra communivi. Sigillum autem Eminentissimi Domini Cardinalis Archiepiscopi Neapolitani exhibet aream cum scala transversali etc. cum verbis in parte inferiori: Ut ad Deum ascendam.

Post haec, Domino Delegato instante et Fidei Subpromotore annuente, fabri ex officio acciti, de munere sibi commisso fideliter adimplendo iam moniti, iuramentum praestiterunt ut sequitur:

[f. 6r: giuramento dei tre operai Panico Pasquale, Clemente Vincenzo e Chimenza Filippo]

[6v] Expletis et subscriptis iuramentis fabrorum, arca seu capsa lignea per fabrum (stagnino) posita fuit in capsa e zimneo compacta et calce stamnea coagmentata. Exinde dicta capsa e zimneo continens capsam ligneam posita fuit in appositam foveam excavatam sub humo. Demum dicta fovea cooperta fuit lapideo marmoreo ad libramentum pavimenti apposito cum epigraphe insculpta tenoris sequentis: Hic iacet cranium Venerabilis Servae Dei Mariae Laurentiae Longo, uti asseritur. Anno Domini 1535, die 18 mensis maii. Dictum parvum sepulcrum invenitur ad dexteram ingredientis ecclesiam prope parietem, ad laevam ostii communionis.

Denique Illustrissimus et Reverendissimus Dominus Delegatus mihi iniungens ut de praemissis publicum conficerem instrumentum, una cum Fidei Subpromotore et testibus se subscripsit ut sequitur.

[7r: sottoscrizioni autografe di]

Ioseph Maria De Nicola Vicarius Generalis Delegatus

Ioseph Canonicus Petriccione Fidei Subpromotor

Dr. Persico Gennaro

Dott. Antonio Amitrano

Salvator Massa Notarius Adiunctus

Fr. Amedeo da Varazze O. M. Cap. testimone

P. Agostino da Resina cappuccino testimone

[attestato e firma del notaio] Canonicus Ludovicus Scotti Notarius Actuarius deputatus

Seguono i seguenti documenti: decreto dell’esecuzione e della delegazione del Cardinale Alessio Ascalesi; lettera del Segretario della Congregazione dei Riti Alessandro Carinci al Cardinale Alessio Ascalesi con la facoltà di procedere alla ricognizione e alla tumulazione, datata 28 dicembre 1934, quindi l’Instructio della Sacra Congregazione dei Riti. Si riportano infine gli interrogatori e la deposizione di Suor Maria Margherita Santopietro, unica teste di 92 anni di età, effetuata il 26 febbraio 1935.

[13v-15r] Sessio unica.

In Dei nomine. Amen.

Anno Domini 1935, die vero 26 februarii de mane, hora 9 cum dimidio more italico, Neapoli, praevio accessu in monasterio Capucinarum vulgo delle Trentatré, ante ostium communionis infirmariae, coram canonicis Iosepho Maria De Nicola, ad Eminentissimo Cardinali Alexio Ascalesi specialiter Delegato, et Iosepho Petriccione Fidei Subpromotore, meque Notario Actuario deputato testibusque infrascriptis, comparuit Soror Margherita Santopietro, per me esterna die monita. Ipsa praevio iuramento, tactis Dei Evangeliis, de veritate dicenda, ad sequentia interrogatoria Reverendissimi Domini Subpromotoris deposuit quod sequitur, per me de verbo ad verbum nihil prorsus addito, dempto vel immutato fideliter scriptis traditum, videlicet:

[f. 14r] Ad 1: Monita ut in eo, respondit se recte scire.

Ad 2. Mi chiamo Madre Margherita Santopietro, al secolo Filomena fu Domenico e fu Rosalia Bommara. Sono nata in Palermo il 13 ottobre 1843; sono suora cappuccina delle Trentatré, dove vivo vita comune.

Ad 3: Nessuno mi ha istruito di quanto deporrò in questo esame.

Ad 4: Depongo per la sola gloria di Dio.

Ad 5: In comunità ho udito parlare della Venerabile Serva di Dio Maria Lorenza Longo come donna di elette virtú cristiane.

Ad 6: Non so dove fu sepolto il cadavere della Venerabile Longo dopo morte. So solamente che nella nostra sepoltura verso l’anno 1877 in una cassetta fu trovato il solo cranio. Non so se alla cassetta erano apposti suggelli. Tempo dopo Monsignor Frungillo riconobbe canonicamente essere quello il cranio della Venerabile. Vi appose dei suggelli e rilasciò scritta una pergamena di autenticità, ed è quella che io vi esibisco e consegno.

Dopo 7 anni ritornarono in questo monastero gli ufficiali della Curia e fecero di nuovo la ricognizione canonica di questo cranio, e dopo lo rinchiusero in un armadio, e la chiave fu consegnata all’Abbadessa del tempo Madre Costanza Palumbo. In questa seconda ricognizione fui io testimone [14v] insieme alla suora Brigida Guarino conversa, al presente defunta.

Tutta la comunità, in quel tempo delle due ricognizioni succennate, riteneva per conoscenza tradizionale che quel cranio era quello della Venerabile Longo. Anche oggi la comunità ritiene allo stesso modo.

Ad 7: Il cranio trovasi depositato qui nel monastero delle Trentatré e trovasi in possesso della attuale Abbadessa Maria Anna Del Viscio. Questo cranio trovasi a solo perché al tempo della soppressione il corpo della Venerabile fu frammischiato ad altri cadaveri nell’ossuario comune della Comunità. Allora una suora si prese il cranio e lo nascose, ripetendo poi la notizia che quel cranio apparteneva alla Venerabile. E cosí la tradizione è arrivata fino a noi.

Ad 8: Mi rimetto al deposto, aggiungendo che ritengo anche io esser questo il teschio della Venerabile Serva di Dio Maria Lorenza Longo. Ciò perché le monache antiche erano di ottimi sentimenti e specchiate virtú, quindi la tradizione è da ritenersi veritiera.

Ad 9: Non ho che aggiungere, togliere o modificare al deposto e giuro di aver detto la verità.

[f. 15r: sottoscrizioni del delegato, promotore della fede e testi, con segno di croce di suor Margherita Santopietro, scribere nescientis]

[f. 16: testo della pergamena originale]

En cranium Servae Dei Mariae Laurentiae Longo monialis Abbatissa ac Fundatricis Monasterii a Sancta Maria in Ierusalem nuncupati, die 23 septembris anni 1881 recognitum, ac sigillis obsignatum per Illustrissimum et Reverendissimum Rosarium Frungillo, Metropolitanae Ecclesiae Neapolitanae Canonicum, Episcopum Collipolensem in partibus infidelium ac iudicem delegatum pro construendo ordinaria auctoritate Processu super fama sanctitatis vitae, virtutibus et miraculis praedictae Servae Dei, praesente et interveniente Reverendissimo Domino Friderico Pizza Archiepiscopalis Curiae Fisci Promotore, et ipsius Processus Fidei Promotore, meque notario actuario deputato ac testibus infrascriptis.

X Rosarius Canonicus Frungillo Episcopus Collipolensis i. p. i. Iudex Delegatus

Fridericus Pizza Fisci Promotore et Fidei Promotor

Fr. Franciscus Maria a Caserta testis interfui

Fra Modestino da Cesinale testimone

Ita est. Sac. Salvator Morra S. Th. et I. U. D. Notarius Actuarius Deputatus.

[attestato dei medici Gennaro Persico e Antonio Amitrano]

[17r] Noi qui sottoscritti medici chirurgi, invitati dalla reverendissima Curia a far da periti nella ricognizione e deposito canonico del teschio della Venerabile Serva di Dio Maria Lorenza Longo, portatici al monastero, propriamente nella chiesa annessa delle Cappuccine dette Trentatré, alla presenza degli Ufficiali della Reverendissima Curia abbiamo esaminato il teschio in parola facendo i seguenti rilievi.

Il cranio evidentemente è di donna, sia per la sua grandezza che per i zigomi poco sporgenti. Presumiamo che sia di donna oltre i sessanta anni, sia per le suture complete, sia per i denti in numero di sette, appartenenti ai mascellari superiori, i quali presentano faccette usurate. Gli altri che mancano crediamo siano caduti dopo la morte, presentandosi gli alveoli completamente normali. Manca il mascellare inferiore.

Il cranio in generale è abbastanza bene conservato. Però presenta alla parte superiore del frontale un’usura completa del tavolato esterno, apparendo chiaramente il diploe, ciò che depone per l’antichità di alcuni secoli del teschio. Il frontale è intero, come pure i due mascellari superiori. Le ossa nasali sono in parte conservate. Il temporale sinistro è intero con l’osso zigomatico, come pure il parietale sinistro. L’occipitale è quasi completo col forame intatto. Il processo mastoideo sinistro è sesamoide. Il parietale destro mostra una fenditura dalla sutura fronte occipitale fino alla base, dovuta a rottura ossea per caduta del teschio. Si vede che è stato legato con mastice in epoca molto remota. Manca la parte inferiore articolata con l’occipitale e col temporale. Manca del tutto l’apofisi mastoide destra. Il temporale destro manca di una porzione nella parte posteriore. [17v] Manca l’apofisi otiloide e l’osso zigomatico destro. Manca del tutto l’esmoide e l’ala destra dello efeuride, come pure il somere ed i turbinati. Bisogna notare che il temporale destro, spezzato per caduta del teschio nella parte anteriore, è legato con mastice in un tempo che a noi sembra piú recente della legatura del parietale destro, di cui abbiamo già parlato.

Per la grandezza dei mascellari superiori e per la notevole distanza tra il mascellare ed il processo mastoideo giudichiamo che il soggetto a cui appartenne il cranio era stato malaticcio, come pure per lo sviluppo delle bozze frontali e dell’occipite e per la conformazione generale del cranio oblicocefalo stimiamo che è appartenuto a una persona molto intelligente.

Napoli, 18 maggio 1935.

Giuriamo di aver detta tutta la verità in questa relazione.

Dottor Persico Gennaro

Dottor Antonio Amitrano

[f. 18r: giuramento del portitore] Io qui sottoscritto ho ricevuto dal Reverendo Signor Canonico Ludovico Scotti, Notario per le Cause dei Servi di Dio nella reverendissima Curia Metropolitana di Napoli, un plico chiuso e suggellato contenente il transunto del Processicolo, costruito per apostolica autorità nella Curia di Napoli sulla ricognizione e deposito canonico del capo della Venerabile Serva di Dio Maria Lorenza Longo, fondatrice dell’Ospedale degli Incurabili, per rimetterlo alla Sacra Congregazione dei Riti in Roma.

In fede ecc.

Napoli, 20 luglio 1935.

Il Vice Postulatore della Causa

Mons. Ausilio Ruotolo